Le Pmi del Sud e la Svimez: secondo uno studio sono le più forti nel triennio 2004-2006

Le piccole medie imprese del Mezzogiorno sono cresciute molto di più delle grandi imprese meridionali nel triennio 2004-2006 per numero di addetti, di fatturato, di export e di spesa in ricerca.

A stabilirlo è  una ricerca sulla competitività delle piccole e medie imprese del Sud condotta da Cristiana Donati e Domenico Sarno (sarà pubblicata sul trimestrale della Svimez, Rivista Economica del Mezzogiorno, diretto da Riccardo Padovani) che ha verificato che ad aver permesso il sorpasso delle pmi sulle grandi attività è stato il contenimento dei costi di produzione grazie ad una maggiore commistione con il sommerso e alla profonda diversità del modo di fare impresa  rispetto al Nord Italia.

L’analisi

Lo studio è stato condotto su un campione Unicredit di oltre 5mila anziende del settore manifatturiro aventi un numero di addetti compreso fra le 11 e i 250 unità.

Le osservazioni sono state effettuate su alcuni rilevatori distinti fra il triennio 2004-2006 e il precedente 2001-2003 e in particolare:

numero di addetti: fra il 2004-2006 le pmi sono passate dal – 0,8% a + 2,6% con un aumento nelle aziende fra 11-20 addetti che sono passate da -11,3% al +3,4% del 2004-2006.

fatturato: le imprese del campione hanno aggiunto un +3% dal primo triennio (dal +7% del 2001-2003 al + 10,3% del 2004-2006). In valori assoluti, gli oltre 9 milioni di euro di fatturato medio per azienda del 2004 diventano più di 10 nel 2006 con un progresso avuto soprattutto nelle piccole imprese (11-20 addetti) con oltre 12 punti percentuali nel tasso di crescita (da – 0,4% del 2001-2003 al 12% nel 2004-2006).

export: le crisi d’inzio 2000 le pmi (11-20 addetti) sono passate dal 49,5% sul totale delle piccole imprese del campione nel 2003, al 30,9% nel 2006. Boom di crescita del fatturato di quasi 14 punti per le pmi più resistenti, dal 26,2% sul proprio fatturato complessivo del 2003 al 39,9% del 2006.

produttività: +3,4% di crescita nel 2004-2006, quasi un raddoppio del +1,8% del triennio precedente.

All’opposto, lo studio pubblicato su Svimez registra per le aziende delle classi 21-50 addetti e 51-250 unità rispettivamente – 5,4% (dal +14,8%del 2001-2003) e – 0,1% (contro il -2,2%).

Risultati

L’analisi, secondo la Svimez, ha fatto emergere la maggiore tenuta e capacità di reazione delle aziende della classe 11-20 addetti rispetto alle maggiori realtà della struttura industriale meridionale e grazie a “una maggiore commistione con l’economia sommersa”.

Secondo il Direttore della Svimez Riccardo Padovani, alla realtà imprenditoriale meridionale manca la capacità di appartenere “a una rete che consente il rapido trasferimento di capacità, tecnologie e informazioni”, “un tessuto produttivo maggiormente integrato a livello territoriale e più aperto alle reti internazionali”.
“Gli obiettivi guida di politica industriale per rilanciare il Mezzogiorno”
– ha continuato – “dovrebbero essere: riqualificazione del modello di specializzazione produttiva e organizzativa, attraverso il sostegno all’innovazione tecnologica; aumento delle dimensioni medie dell’impresa meridionale, attraverso il sostegno alla formazione di reti di imprese e a un maggiore accesso al credito; promozione e arricchimento di filiere produttive,; crescita del grado di apertura verso l’estero; pieno inserimento delle agglomerazioni delle imprese meridionali nei progetti di innovazione di ‘Industria 2015’; rilancio delle politiche di attrazione”.

Paola Perfetti