Vacanze di Natale 2010: dove andranno gli italiani?

Gli operatori turistici sono abbastanza soddisfatti delle vendite per le Feste, ma restano molto prudenti temendo delle forti flessioni da gennaio. La prudenza e le preoccupazioni, secondo quanto spiegato da Alberto Corti, presidente di Federviaggio-Confturismo, deriverebbero dalla situazione economico-politica poiché “quando c’è una crisi di governo – spiega Corti – i consumatori restano alla finestra, mentre riprendono a viaggiare subito dopo le elezioni, quando si registra una sorta di effetto euforico”. Per le vacanze di Natale e Capodanno molte destinazioni sono già state vendute grazie agli sconti e alle offerte proposte dalle prenotazioni anticipate e gli operatori si augurano che altro ancora verrà venduto 15-20 giorni prima della data di partenza o ancora più sotto la data di partenza grazie ai last minute. Le prenotazioni anticipate sono un toccasana per gli operatori del settore che così ottimizzano gli impegni di spesa e migliorano la marginalità.

Ma dove vanno gli italiani per le prossime festività? Oltre alle tradizionali località di montagna, che stanno andando molto bene, sembrano andare forti anche le vendite per le destinazioni di lungo raggio come Santo Domingo, Caraibi, Messico. Inoltre torna tra le mete preferite degli italiani, dopo un periodo di sonnolenza anche l’Oceano Indiano (Maldive innanzitutto, che hanno trascinato la ripresa anche di Mauritius e Seychelles). Sempre bene continuano ad andare le mete a corto raggio, dall’Egitto ad alcuni Paesi africani e le crociere, che non conoscono momenti di stallo.

Per Capodanno si sono vendute bene anche le capitali europee, non solo le città tradizionali come Parigi ma anche Lisbona e Istanbul. “Ovviamente per i vari prodotti esistono diverse fasce di

prezzo – spiega Corti – che corrispondono a servizi e prodotti diversi. Il segmento che soffre di più è quello medio, che viaggia ma fa molta attenzione ai costi. Chi sta bene non è toccato dalla crisi e continua a spendere anche per i viaggi, senza porsi limiti. Ovviamente per noi operatori chi fa i numeri è la fascia intermedia, la più numerosa della popolazione”.