Nuove regole sulla potenza dei laser per i centri estetici, comparto a rischio

Nuove regole sulla potenza dei laser per i centri estetici, comparto a rischio

Nuove regole sulla potenza dei laser per i centri estetici, comparto a rischioAngelica Pippo, presidente di Confestetica, Confederazione nazionale estetisti, commenta  i contenuti delle schede tecnico-informative ministeriali che a breve saranno pubblicate in Gazzetta ufficiale e che dettano una serie di requisiti che devono avere le apparecchiature utilizzate nei centri di bellezza, ma anche altre regole dalla durata dei trattamenti alla qualificazione professionale: “Abbiamo le norme attuative dopo 21 anni dalla legge sull’estetica, ma è un risultato ‘sporco’. Si sono scritte le regole tecniche sull’uso delle apparecchiature utilizzate nei centri estetici, ma imponendo standard diversi da quelli che si usano attualmente. E questo causa un danno enorme al comparto“.

Le schede infatti, per quanto riguarda le apparecchiature laser, stabiliscono una potenza più bassa rispetto a quella attualmente utilizzata nei 3.700 centri estetici italiani che offrono questo tipo di prestazioni e che ci garantisce l’efficacia del trattamento. E non è vero che a un dosaggio più basso il laser sarebbe meno dannoso. Ci deve quindi essere un range scientificamente dimostrabile e provare che il trattamento comunque funziona“.

Per il comparto si tratta di un adeguamento con costi significativamente elevati: “Quindi, significherebbe per noi rottamare tutti gli apparecchi attualmente in uso sul mercato, e affrontare un costo dai 10mila ai 25mila euro per adeguarli oppure addirittura tra i 50mila e i 70mila euro per ricomprarli. Per questo – annuncia- entro la fine del mese chiederemo un risarcimento danni per le apparecchiature laser di almeno 800 miloni di euro per l’intero comparto“.

Tra le rivendicazioni e necessità si trovano il diploma di maturità e corsi di qualificazione: in questo modo, evitiamo l’esercizio abusivo della professione che fanno molte giovanissime, scegliendo di lasciare la scuola per dedicarsi a questa attività in modo improvvisato. E proprio per questo facciamo fatica a reperire personale specializzato. Su questo, siamo impegnati a livello europeo per raggiungere un certo numero di diplomati che abbia un’età sopra i 19 anni.