Ci sarà intesa tra il Cnf e Mario Monti?

di Vera MORETTI

Guido Alpa, presidente del Consiglio Nazionale Forense, ha grandi aspettative dal decreto salva-Italia proposto dal Governo Monti, poiché entrambi hanno dimostrato di volere una liberalizzazione delle professionalità, in particolar modo l’avvocatura.

Ciò che è curioso è come tale proposta di riforma sia stata depositata in Parlamento dal Cnf due anni fa, e finora ignorata. Già allora, dunque, l’avvocatura aveva proposto “l’assicurazione obbligatoria, la formazione permanente, un tirocinio professionalizzante e retribuito“. Oltre a ciò, questa riforma si era dimostrata favorevole all’aggregazione tra professionisti, ovviamente garantendo la tutela dei diritti dei cittadini. In questa ottica si era dichiarata scettica nei confronti delle società capitali con socio di capitale anche in maggioranza. In questo caso, infatti, si rischierebbe “di consegnare a centri di interessi ben individuati il compito di salvaguardare i diritti dei cittadini, che la Costituzione affida all’avvocatura, autonoma e indipendente“.

Le parole di Alpa nei confronti di Monti al riguardo sono piuttosto dure, dal momento che dichiara: “Il presidente Monti in Europa aveva dichiarato di non ritenete necessario cancellare gli ordini professionali, che non sono la causa dell’ingessamento del mercato. Ma poi nel suo primo decreto stabilisce una abrogazione degli ordinamenti se non si rispetta il termine di agosto per le riforme, aprendo lacune ingestibili. Come è pensabile di governare il cambiamento in questo modo?”.

Ma nonostante ciò, la disponibilità da parte del Cnf di incontrarsi col Governo per mettere a punto una riforma necessaria c’è, ma potrà diventare concreta solo se i diritti dei cittadini non verranno da essa indeboliti.