Abruzzo: dati export alla mano

Il vice presidente della Regione, Alfredo Castiglione, commenta gli ultimi dati ISTAT sull’export che confermano i segnali di ripresa dell’economia abruzzese. “L’impulso espansivo dell’export della produzione regionale – scrive Castiglione – trova ulteriore conferma nei dati diramati dall’ISTAT sullo stato delle esportazioni abruzzesi nel 2011. Infatti, dai dati dell’ISTAT sulle dinamiche dell’export dell’Abruzzo relativi al 2011, giunge una ulteriore conferma di come la nostra Regione stia procedendo verso l’uscita dal tunnel della crisi, fornendo una immagine più positiva e foriera di ottimismo rispetto a quella evidenziata dall’indagine svolta dal CRESA e presentata nella giornata di ieri. L’ISTAT ha testimoniato infatti un incremento del 14,7% delle esportazioni rispetto all’anno precedente, contro la media italiana del 11,4%, con i comparti trainanti dell’automotive e dell’agroalimentare, ponendo l’Abruzzo come terza regione d’Italia per incremento dell’export.

L’indagine, che evidenzia dati provinciali al di sopra della media regionale per la provincia di Chieti, denota segnali positivi anche per la province di Pescara e Teramo con incrementi più contenuti per la provincia di L’Aquila. D’altro canto bisogna dire che le grandi imprese stanno trainando, anche grazie all’export, tali processi di sviluppo, mostrando di fatto una migliore capacità di recupero rispetto ai dati dell’export del periodo pre-crisi. Le piccole e medie imprese, invece, mostrano capacità inferiori di propensione all’export e per esse la strada da percorrere, al fine di aumentare la propria capacità di crescita produttiva e di fatturato, è rappresentata dalla necessità di introdurre innovazione nella propria organizzazione e di fare rete, sistema anche con la grande impresa.

Tali dati testimoniano di fatto che il nuovo assetto che l’attuale amministrazione regionale sta fornendo all’apparato produttivo, attraverso la rivisitazione complessiva della geografia economica-indutriale, lascia ben sperare per il prossimo futuro. La programmazione regionale in termini di competitività legata allo sviluppo infatti si è incentrata proprio su questi due grandi aspetti. Ricordo infatti che la mia attività di Assessore allo Sviluppo Economico ha puntato in maniera decisa sul sistema dei poli d’innovazione, ricerca e innovazione tecnologica, nonché sul concetto delle reti d’impresa. Ne sono testimonianza le misure programmatiche previste nel Por Fesr e nel Par Fas che prevedono consistenti finanziamenti che vanno in questa direzione. La competitività di un territorio, infatti, non la si misura più con finanziamenti ed incentivi all’acquisto di capannoni e macchinari, ma attraverso l’economia della conoscenza, l’innovazione, la ricerca, la creazione di sinergie e di complementarietà del territorio che va gestito non a compartimenti stagni ma con un elevato spirito sinergico. Non a caso i settori che più trainano le esportazioni regionali sono l’automotive e l’agroalimentare che hanno costituito poli di innovazione specifici. Ma ad essi si aggiungano altri settori maturi che hanno scelta tale forma di aggregazione per consentire alle aziende in esse presenti di crescere sotto l’egida dell’innovazione e del concetto di network.

I Consorzi Industriali hanno fatto la loro parte ed ormai sono superati dalla necessità di gestire diversamente il territorio, il quale risponde, ed i dati ISTAT ne sono prova fondata, alle politiche su esposte con un forte senso di condivisione, di coerenza e di responsabilità rispetto alla programmazione assunta. Tali driver di sviluppo potranno così creare le condizioni, nel breve-medio termine, per una decisa spinta ad un aumento della produttività, superando di fatto anche i dati negativi riguardo all’occupazione. Sembra evidente comunque che, dalla lettura di rapporti diversi sull’economia che vengono prodotti a vario titolo, si riscontri una certa difformità dei dati rispetto alla realtà. E’ mia intenzione – conclude l’assessore – istituire ad un “Osservatorio sull’economia reale” che prenda a riferimento un contesto produttivo più ampio di quello attualmente campionato, utilizzando per esempio le circa 1000 aziende abruzzesi che hanno aderito ai Poli di Innovazione ed alle reti di impresa.

Fonte: agenparl.it