E-commerce mal tradotti allontanano i clienti. Ryanair il caso più emblematico

E-commerce e errori nelle traduzioni

E-commerce e errori nelle traduzionidi Mirko ZAGO

Curare il proprio prodotto e prestare la giusta attenzione alla corretta comunicazione sono il pane quotidiano per qualsiasi impresa che intenda utilizzare in modo efficace le principali leve del marketing per potenziare il business. E’ imprescindibile che per consquistare il proprio target occorra proporre un prodotto che intrinsecamente goda di qualità. Concentrandoci di più nell’aspetto comunicativo, è evidente che sia estremamente importante adottare la giusta scelta del mezzo valutando priorità e peculiarità del prodotto o servizio. E’ altrettanto scontato oramai che uno dei migliori supporti alla vendita sia il web. In particolare se si vuole operare in mercati esteri, puntando sulla tanto nominata internazionalizzazione, si rende necessario un utilizzo corretto del vocabolario del Paese in cui si opera oltre che una contestualizzazione appropriata che parte proprio dal sito internet, vera e propria vetrina, attraverso la quale “conquistare” il pubblico.

Lo sanno bene le multinazionali. Pensiamo per un secondo ad Unilever, una delle multinazionali più grandi al mondo nel campo della grande distribuzione. I signori della grande “U” mai si sognerebbero di distribuire il Cornetto Algida con gli stessi gusti in tutto il mondo, così come Vodafone sa bene che deve differenziare i soggetti con cui propone le sue campagne pubblicitarie per incontrare i gusti locali o ancora Coca Cola può permettersi di vendere la bibita alla ciliegia o alla vaniglia nel mercato anglosassone ma non in Italia e così via. Naturalmente queste aziende prevedono siti internet ad hoc sviluppati per i diversi mercati, ponendo al centro tutte queste peculiarità.

Il caso Ryanair emblema della cattiva traduzione

L’impegno minimo che l’impresa deve assumere è occuparsi almeno di una buona traduzione, prestando attenzione a verificare se brand e nomi possano risultare ridicoli, se non addirittura offensivi nel Paese estero in cui si sta operando. Non poche aziende hanno dovuto modificare il loro nome per garantirsi la giusta credibilità. Ragionando per cattivi esempi, è interessante il caso della compagnia aerea Ryanair. L’azienda irlandese, non ha prestato la minima attenzione alle traduzioni del suo sito, affidandole probabilmente a traduttori automatici, con esiti talvolta esilaranti. Il cliente più attento è preso dallo sconforto, il più allenato finge di ignorare gli errori, il meno istruito fatica perfino a capire come procedere all’acquisto del prodotto.

Da un punto di vista tecnico, vi sono numerose incongruenze dovute ad un’errata progettazione del sito. Una volta selezionato il volo ad esempio si può vedere nella sidebar di destra un riassunto dell’acquisto, accompagnato dalla dicitura “escluse le tasse di amministrazione”. Una volta selezionato il metodo di pagamento, queste ultime vengono caricate regolarmente nel carrello, ma la dicitura non si aggiorna. Vi è addirittura una imprecisione che potrebbe avere riscontri legali, in quanto nel prospetto informativo tali tasse amministrative vengono considerate supplementi facoltativi, quando in realtà sono balzelli obbligatori.

Sorvolando l’aspetto burocratico, le imprecisioni che più saltano all’occhio di una persona abituata ad analizzare punti deboli dei siti aziendali, appaiono evidenti fin da una ricerca in Google. I 170 caratteri messi a disposizione dal motore di ricerca per descrivere la propria attività, sono sfruttati in maniera pessima. Il messaggio recita: “La linea aerea di basso costo. Ryanair offre il volo poco costoso oltre a 150 destinazioni durante Europa. Prenoti i vostri voli poco costosi del ryanair su Ryanair.com”. Una oscenità per qualunque utente che mastichi un po’ di tecniche Seo. Ciò rappresenta forse l’apice della scarsa attenzione posta nella traduzione del sito.

Vi sono però molte altre imprecisioni, che seppur possano essere minori, finiscono con l’urtare l’utente e minare la credibilità dell’azienda. Altro esempio è il footer che riporta erroneamente la parola “pre-notazione” oltre a diverse parti non tradotte. Altro grave errore appare nel controllo anti spam recentemente introdotto: “Non puoi accedere a questo sito web se non usi un programma automatico”. Ma come? Io utente in carne ed ossa non posso visitare il sito? E’ perchè mai! E’ evidente che c’è una negazione di troppo (è stato definitivamente corretto solo da poche settimane). E che dire del simpatico invito a comprare una valigia ad un costo non altrettanto simpatico? Per rifiutare si deve spuntare la scritta “none”. Retaggio inglese o omaggio ai dialetti del centro Italia? Ryanair è la compagnia aerea preferita da molti viaggiatori, l’aver fatto da apri pista al low cost aereo merita una lode. L’attenzione completamente assente verso il cliente, percepita navigando il sito, può portare invece sconforto. Esempi pessimi come questo analizzato brevemente, in rete abbondano.

Probabilmente Ryanair non temendo la concorrenza si può permettere lacune da questo punto di vista e forse il creare confusione vuol essere una tecnica per vendere in modo subdolo prodotti accessori non richiesti. Evitare di incappare negli stessi errori è però oltre che eticamente corretto, anche  facile da realizzare. Sarebbe ad esempio sufficiente rivolgersi ad esperti in traduzioni. Il costo maggiore che dovrete sostenere sarà sicuramente un investimento per il futuro e la dimostrazione dell’attenzione che riponete verso i vostri clienti. Non c’è nulla di meglio che essere chiari con il cliente e farlo sentire importante e “compreso”. Investire in comunicazione (e per supposto in una buona traduzione) è una scelta saggia, che a lungo ripaga.