Crisi: 480 mila le famiglie che aiutano i figli senza lavoro

Nella tarda primavera del 2009, “nel momento di massimo impatto della crisi sul mercato del lavoro italiano, circa 480 mila famiglie hanno sostenuto almeno un figlio convivente che aveva perso il lavoro nei dodici mesi precedenti”. Lo evidenzia il vicedirettore generale di Bankitalia, Anna Maria Tarantola.

Le risorse impiegate in questa forma di sostegno familiare, fa notare, “sono venute non solo dai redditi da lavoro dei genitori, ma spesso anche da quelli da pensione”. La struttura familiare italiana, spiega Tarantola, “caratterizzata da una marcata propensione dei giovani a costituire un nuovo nucleo familiare solo se occupati, ha limitato l’impatto della grande recessione sul benessere degli individui”. Per converso, “sono proprio le famiglie dei giovani che hanno intrapreso un percorso autonomo, quelle che hanno pagato il prezzo più elevato della crisi e che oggi fronteggiano i livelli di incertezza più elevati”.

La crisi, poi, “ha reso ancora più forte la dipendenza dei membri più deboli dalla famiglia d’origine, riducendo ulteriormente la propensione dei giovani di intraprendere percorsi autonomi, a passare dalla condizione di figlio a quella di genitore, a partecipare attivamente non solo alla vita economica, ma anche a quella sociale”. E’ “essenziale” affrontare questi nodi perché”il futuro del Paese dipende in modo cruciale dal sostegno che la nostra società è e sarà in grado di dare ai progetti di vita delle giovani famiglie”.

Secondo Tarantola, infatti, “la vulnerabilità finanziaria si riduce solo rafforzando il ritmo di crescita della nostra economia, riavviando lo sviluppo con misure strutturali”. E’ questo, dice, “il compito cui è innanzitutto chiamata la politica economica nel nostro paese, rimuovendo ingiustificati vincoli e restrizioni alla concorrenza e all’attività economica, definendo un più favorevole contesto istituzionale per l’attività delle imprese e dei lavoratori, promuovendo l’accumulazione di capitale fisico e di capitale umano”. La via intrapresa dal governo con il decreto legge in materia sviluppo, con quello sulle semplificazioni, in via di approvazione, e con il disegno di legge sui temi del lavoro “ha esattamente questo obiettivo”.

Fonte: adnkronos.com