In busta paga gli effetti di nuove addizionali Irpef

Gli effetti delle nuove addizionali Irpef regionali e comunali arrivano nel cedolino. Da questo mese, infatti, “i lavoratori dipendenti e i pensionati pagheranno il loro tributo al salvataggio del Paese” e, “a parità di reddito, la differenza tra chi sborsa di più e chi di meno la fa la città in cui si pagano le tasse”, mentre “l’aumento delle addizionali regionali è per tutti dello 0,33%”.

A spiegare l’impatto in busta paga degli aumenti è il Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, che ha elaborato circa 7 milioni di rapporti di lavoro riferiti al mese di marzo 2012 e messo a confronto 2012 e 2010. Si precisa, infatti, che “gli aumenti introdotti nel corso del mese di dicembre 2011 riguardano contemporaneamente il 2011 e il 2012, pertanto se si vuole vedere l’aumento rispetto al passato bisogna retroagire al 2010”.

Gli scaglioni di reddito interessati sono pari a 20.000 euro, 40.000 euro e 60.000 euro e il calcolo è effettuato sullo stipendio lordo annuo. In ciascuna provincia e per ciascuno scaglione di reddito, sono stati fatti i confronti con i singoli prelievi che sono con segno positivo (maggiore prelievo) e automaticamente è stato messo in evidenza quanto diminuisce il netto in busta (con segno negativo).

Così, si scopre che nel Lazio il netto in busta paga scende complessivamente di 86 euro su un reddito di 20mila euro l’anno, di 172 su 40mila e di 258 su 60mila. In Lombardia, il netto diminuisce di 65,48 euro per il primo scaglione, di 210,46 per il secondo e di 316,46 per il terzo. In Puglia, la perdita è, rispettivamente, di 126 euro, 276 e 442 euro. Secondo i calcoli dei consulenti del lavoro, poi, uno stesso ‘destino’ accomuna i redditi di Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Campania, Sicilia: si perdono 66 euro su 20mila annui, 132 euro su 40mila e 198 euro su 60mila.

Fonte: adnkronos.com