Riforma in salita per i lavoratori autonomi

di Vera MORETTI

Ancora cattive notizie per i lavoratori autonomi.

All’interno del DDL di riforma di mercato del lavoro, infatti, è previsto un aumento dei contributi INPS dal 27% attuale al 33% entro il 2018. Si tratterebbe, in concreto, di un punto percentuale in più all’anno, per arrivare, alla fine, al 33%.

Giuseppe Lupoi, presidente del CoLAP, Coordinamento Libere Associazioni Professionali, ha dichiarato: “Un aumento ingiustificato ed iniquo che rema contro i presupposti di crescita del governo e marca ancor di più la profonda diseguaglianza di trattamento dei lavoratori all’interno del mercato del lavoro italiano”.

Invece di venire incontro alle esigenze dei lavoratori autonomi, quelli, cioè, titolari di vere Partite Iva, a cominciare da un trattamento diverso rispetto all’attuale gestione separata dell’INPS, arriva questa ulteriore tegola, che rende sempre più difficile il lavoro dei professionisti.
Non si tratta, in questi casi, di lavoratori parasubordinati, la cui situazione precaria è giustamente perseguibile, ma di coloro che sono regolarmente iscritti all’Albo e che, annualmente, pagano i versamenti contributivi alle casse private di settore. Versamenti che difficilmente superano l’aliquota del 14%.

Cosa servirebbe davvero, per migliorare la vita dei lavoratori autonomi?
Per il presidente CoLAP è necessaria una riforma organica del sistema previdenziale dei professionisti associativi, che non dovrebbe prescindere da alcuni punti cruciali:

  • l’istituzione di una previdenza privata per i professionisti accreditati delle associazioni non regolamentate;
  • la portabilità dei contributi previdenziali già versati, con la conseguente possibilità di cambiare cassa di previdenza;
  • l’ampliamento del sistema della previdenza complementare anche ai professionisti non regolamentati previa individuazione di una previdenza privata di base.

Lupoi conclude: “Ci auguriamo che questo governo abbia a cuore le sorti del Paese e quello dei tanti ed onesti lavoratori che ogni giorno producono ricchezza e che si possa avviare un dialogo per garantire una riforma del mercato del lavoro più equa”.