Investire nel coworking: ecco chi ci crede

di Davide PASSONI

Come ricordato nella nostra copertina settimanale, adesso che si stanno scoprendo le potenzialità del coworking in termini di “minima spesa, massima resa”, si moltiplicano i casi di bandi e finanziamenti destinati a sovvenzionare l’apertura di attività tramite questa particolare formula di lavoro.

Apripista in questo senso sono state le città di Ferrara e Milano. Se il capoluogo meneghino può vantare sul proprio territorio una presenza già significativa di spazi di coworking, nella città estense la locale Camera di commercio ha facilmente intuito le potenzialità di questa formula e ha voluto lanciare un bando pubblico destinato al suo sovvenzionamento: 2mila euro a fondo perduto per ogni giovane startupper che avvierà la propria attività imprenditoriale in coworking. Unici vincoli per i destinatari delle somme, l’essere under 35 e lo sviluppare la propria impresa esclusivamente in ambito di coworking. Un punto sul quale a Ferrara scommettono non poco, visto che questo finanziamento si inserisce in un bando la cui dote complessiva a favore dell’imprenditoria giovanile è di ben 300mila euro.

Milano invece, come ricordato sopra, ha già una piccola ma significativa tradizione nella condivisione degli spazi in coworking. Una tradizione che non è sfuggita, per fortuna, all’amministrazione comunale che ha annunciato un finanziamento di 200mila euro in voucher per stimolare la diffusione del coworking tra professionisti e imprenditori under 35. Il progetto, finanziato in buona parte dalla locale Camera di commercio, fa parte, così come a Ferrara, di una più ampia strategia di stimolo all’imprenditoria giovanile che vede anche lo stanziamento di 800mila euro dedicati ad agevolare l’accesso al credito di startupper anch’essi under 35.

In un Paese nel quale le cifre della disoccupazione giovanile sono la vera emergenza sociale del presente e dell’immediato futuro, chi decide di investire sulla propria professionalità utilizzando formule innovative e “low cost” va premiato senza se e senza ma. Se è il pubblico a farlo, onore al merito. Ma se anche qualche privato comprendesse tutte le potenzialità del coworking, siamo certi che tanti bilanci aziendali si alleggerirebbero mentre il tasso di idee e creatività dei consulenti diverrebbe per più pesante. Indovinate chi ci guadagnerebbe?