Made in Italy sì, ma venduto all’estero

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La definizione “Made in Italy” fa spesso rima con lusso e si riferisce a griffe che per lo più producono all’estero o appartengono a grossi gruppi fashion stranieri, come PPR e LVMH.

Ma, accanto a questo, esiste un altro Made in Italy, che potrebbe essere considerato quello “vero”, che si basa su una produzione effettuata al 100% in Italia ed esportata all’estero solo successivamente.
Esempi concreti sono i brand Stefano Ricci, Roberto Botticelli e la Attilio Giusti Leombruni, che hanno il loro giro d’affari compreso tra Usa e Vecchio continente, ma anche verso i Paesi emergenti come Cina ed Europa dell’Est.

Si tratta di marchi che, oltre ad esportare i loro prodotti, sono bandiere del “saper fare” tutto italiano, quello che si basa su tradizione ed artigianalità.
Grazie a questi valori, all’estero stanno imparando a riconoscere, e a pretendere, la qualità local, come il fatto a Firenze e preferibilmente a mano.

Tra i prodotti simbolo di questa filosofia ci sono le calzature di alta gamma, che si rivolgono ad un pubblico di acquirenti di alto rango, perché difficile da duplicare e quindi del tutto autentica.
Un altro, concreto esempio, è quello delle borse Felisi, made in Ferrara, ma presente in Italia in una percentuale molto piccola, ma con un giro d’affati internazionale che si aggira attorno ai 10 milioni di euro.

Vera MORETTI