Costi elevati e tempi lunghi: i trasporti danneggiano la Sicilia

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Il presidente di Confcommercio Sicilia, Pietro Agen, aprendo la conferenza stampa sul sistema dei trasporti del Meridione ha utilizzato gli antichi Romani per illustrare la situazione in cui versa la Regione.

Già nell’antichità, infatti, per potenziare traffici e commerci, si costruivano strade e acquedotti, ma oggi, che tutto ciò sarebbe più facile, se non altro grazie alla presenza della tecnologia, sembra che questo ragionamento non venga preso in considerazione.
Con la conseguenza che la Sicilia, centro del Mediterraneo e quindi in posizione assolutamente strategica, rischia di essere marginalizzata dal resto del mondo.

Il presidente di Confcommercio Sicilia, infatti, ha dichiarato, sconsolato e allarmato: “Come presidente di Confcommercio Sicilia e come incaricato per le politiche del Mezzogiorno di Confcommercio non posso che esprimere stupore per l’assordante silenzio sotto cui sta passando, sia a livello nazionale che regionale, la definitiva emarginazione del meridione d’Italia e della Sicilia con il declassamento dell’aeroporto di Catania, l’addio all’alta velocità oltre Napoli, la definitiva rinuncia al ponte sullo stretto. Stupisce che nessun politico, a cominciare dal presidente della Regione Crocetta e per finire col duo Letta–Lupi, passando per tutte le forze politiche, abbia compreso l’importanza di battersi a livello europeo per evitare che si compia l’ultima follia condannando definitivamente quel poco di imprenditoria che ancora resiste al Sud“.

Per progredire, e per fare quel salto di qualità che la Sicilia meriterebbe, occorrono contributi europei, senza i quali le è preclusa l’opportunità di potenziare il proprio settore turistico, vero traino dell’economia regionale, ma anche l’importante occasione di diventare la piattaforma logistica nel Mediterraneo.

Tra gli imputati di questo ritardo, ci sono i costi dei trasporti, che incidono di molto sul comparrto commerciale e i tempi troppo lunghi, che danneggiano le merci deperibili, ovvero quei prodotti dell’agroalimentare che rappresentano una risorsa imprescindibile su cui puntare per lo sviluppo economico della Sicilia.

Ha proseguito Agen: “I cinesi stanno finanziando il raddoppio del Canale di Suez per incrementare i loro rapporti commerciali. Passando per il Mediterraneo puntano all’Africa, dove stanno acquistando terreni e interi regioni per trasformare il “continente nero” nel loro granaio dove sviluppare il settore agricolo. Le navi cinesi si spingono fino allo Stretto di Gibilterra per risalire al nord Europa, i loro flussi commerciali passano dal mediterraneo e la Sicilia potrebbe essere una ottima base logistica. Purtroppo la mancanza di programmazione penalizza lo sviluppo di tutto il Meridione e la Sicilia ha perso la capacità di progettare“.

Per questo motivo, Confcommercio Sicilia chiede ai governi regionale e nazionale “un tavolo di confronto per progettare il sistema logistico più idoneo per la Sicilia, un piano di trasporti che sostenga lo sviluppo del turismo e delle esportazioni, che attiri nuovi imprenditori per investire nell’isola. Composta da pochi porti con un’unica autorità portuale, dai quattro aeroporti dell’isola (Catania, Palermo, Trapani e Comiso), autostrade e alta velocità. Tutto ciò richiede uno studio di fattibilità del sistema logistico siciliano che al momento solo la Cina ha realizzato. E i nostri politici dove sono?“.

Vera MORETTI