Del Conte: “Il lavoro agile? È più stabile”

In questa nostra settimana alla scoperta del magico mondo dello smart working, partendo dalla proposta di legge delle deputate Mosca, Saltamartini e Tinagli, oggi abbiamo incontrato Maurizio Del Conte, docente di diritto del lavoro dell’Università Bocconi di Milano, il quale ha espresso un giudizio «senz’altro positivo» a condizione che si pongano determinate regole perché «sarebbe un errore passare direttamente da una modalità di lavoro standard in un luogo preciso e fisico ad un lavoro ubiquitario e senza una sua dimensione temporale definita, lasciando tutto alla buona volontà del dipendente e del datore di lavoro».

Professor Del Conte, il mercato del lavoro italiano è pronto alla novità?
Ovviamente il lavoro agile non potrà essere applicato a tutte le tipologie di lavoro. Ci sono molte professioni in Italia che in parte possono essere svolte fuori dal luogo di lavoro, mentre altre continueranno nel modo più “tradizionale”. Questa iniziativa credo possa iniziare un percorso che andrà inevitabilmente completato con nuove politiche sul mondo del lavoro, rendendo compatibili le regole attuali con queste nuove modalità lavorative. Sarebbe paradossale pensare di poter passare da una modalità di lavoro in un luogo preciso e fisico ad un lavoro ubiquitario e senza una sua dimensione temporale definita, senza modificare le normative.

Come minimo andranno rivisti i presidi su sicurezza e salute…
Certamente, ci vorrà maggior attenzione per i problemi della salute e della sicurezza, mentre i presidi per questi argomenti sono stati studiati per funzionare all’interno di un’azienda o una fabbrica, non si è ancora pensato a come tutelare i lavoratori che svolgono le proprie prestazioni ovunque.

Il presidente di Federmanager Giorgio Ambrogioni parlava di un approccio culture diverso…
Vanno superate le arretratezze culturali che portano a concepire il lavoro con parametri che ormai dovrebbe essere superati. Oggi ci sono modalità per valutare il lavoro, indipendentemente dal fatto che sia svolto in ufficio o meno, e bisognerebbe imparare ad usarle. Avere un lavoro stabile non significa alzarsi alle 7 del mattino e andare in ufficio, anzi è questo il tipo di lavoro che tenderà a ridursi ulteriormente negli anni. In termini di prospettiva, c’è molta più stabilità in un rapporto di lavoro che ha modalità agili ed estremamente modulari, rispetto al vecchio schema del lavoro in azienda. Iniziamo a ragionare oltrepassando i vecchi stereotipi…

Jacopo MARCHESANO