Calano le imprese a Torino e provincia

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Anche al nord le imprese sono in crisi tanto da essere costrette a chiudere.
Un esempio è la città di Torino, dove attualmente sono più numerose di quelle che aprono.

Questo trend negativo è iniziato nel 2012 e, alla fine dell’anno scorso, ha fatto registrare un -0,11%, contro il +0,21% rilevato a livello nazionale.
Ma se le cessazioni registrate nel 2013 (15.868) sono sostanzialmente in linea con quelle dell’anno precedente (con un leggero miglioramento), sono le nuove iscrizioni che si riducono e scendono a 15.616.

Così ha commentato Alessandro Barberis, presidente della Camera di Commercio di Torino: “Pare quasi che di fronte alla crisi ci sia meno voglia di fare impresa“.

Per ovviare a questo problema, l’ente camerale ha deciso di sostenere gli aspiranti imprenditori con una serie di servizi gratuiti.
Intesa Sanpaolo, inoltre, ha deciso di sospendere il pagamento della quota capitale dei mutui per un anno, per dare l’opportunità di destinare risorse anche alle nuove attività.

Nonostante ciò, però, gli aspiranti imprenditori sono sempre più rari, e nei giovani ancora di più, tanto da essere calati del 10%.
Il 60% dei nuovi imprenditori sono lavoratori rimasti senza impiego, che hanno come maggiore motivazione un’alternativa alla mancanza di lavoro.

Ma la situazione non è uguale per tutti i settori, e infatti il turismo ha registrato un incremento delle imprese dello 0,7%, anche se gli alberghi hanno subito un calo, compensato da un aumento di rifugi e villaggi turistici.
Mentre il crollo delle imprese di catering viene compensato dalla crescita dei ristoranti e delle attività di ristorazione mobile e di take away.

Per quanto riguarda il commercio, le aziende all’ingrosso sono calate del 2,6%, quelle del commercio ambulante del 2,4% e quelle al dettaglio dell’1,8%.
Al contrario, sono aumentati i negozi di frutta e verdura, come anche le rivendite di pane e di bevande.

Anno positivo anche per chi opera nel settore della telefonia e dei servizi in internet, e anche per i negozi che commerciano in articoli di seconda mano.

Male sono andate le imprese industriali, -2,5%, e delle costruzioni, -2,4%, con un aumento, invece, delle attività legate ai servizi destinati alle imprese, come le attività immobiliari, i servizi di noleggio, le agenzie di viaggio, i servizi di pulizia, le copisterie, le imprese di volantinaggio e affissione, i call center.
In calo le attività professionali, scientifiche e tecniche, i servizi di trasporto e magazzinaggio. Anche in questo caso sembra prevalere l’attenzione per attività meno costose.

Nel settore della sanità, istruzione e dei servizi pubblici e personali si registra un incremento delle imprese che si occupano di corsi di formazione, di recupero e abilitazione.
Crescono i servizi di assistenza sanitaria e le strutture di assistenza sociale per le categorie deboli.
Male le vendite di auto e di moto, a conferma della crisi nera del comparto, mentre aumenta il lavoro per i riparatori di biciclette.

Vera MORETTI