Festa per i 25 anni del MIT Technology Review

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Per festeggiare i suoi 25 anni, MIT Technology Review, l’edizione italiana della rivista del Massachussets Institute of Technology, ha deciso di proporre una serie di iniziative che pngano l’attenzione alle nuove realtà hi-tech esistenti su territorio nazionale.

A questo proposito, Alessandro Ovi, editore del magazine, ha dichiarato: “In questi anni il Paese ha vissuto enormi cambiamenti grazie al progresso tecnologico e noi abbiamo cercato di cavalcare l’onda e creare opportunità di crescita per le nuove proposte, offrendo visibilità e scambio di competenze con i grandi nomi dell’imprenditoria e della ricerca scientifica. Abbiamo ampliato il raggio degli scambi culturali, con le altre edizioni presenti in tutto il mondo (Europa, America, Cina, Russia, Brasile, India). Il tutto è reso più facile dall’affiancamento di un quotidiano online e uno scambio di link con molte riviste di settore“.

Il compleanno verrà celebrato in due date, l’11 e 12 maggio, nelle sedi bolognesi dell’Alma Graduate School e del Mast e durante quell‘occasione verrà assegnato il premio per Creatività, Innovazione e Imprenditoria, e saranno presentati i progetti d’avanguardia tecnologica che si sono maggiormente distinti agli occhi del Comitato di Valutazione, costituito da eccellenze aziendali e universitarie, italiane e americane, in termini di potenza innovativa, rilevanza tecnico- scientifica e potenzialità di introduzione nel mercato.

I progetti sono principalmente due.

Il primo riguarda dieci giovani ricercatori che hanno partecipato a Innovators Under 35 Italia e sono pronti ad affrontare il confronto per l’edizione statunitense del concorso TR35.

Tra i partecipanti ci sono:

  • Luisa Pastore, che propone la rivoluzione architettonica nelle installazioni di pannelli fotovoltaici tramite l’introduzione di blocchi in vetro isolante contenenti celle solari ad alto rendimento e disponibili in varie colorazioni;
  • Ignazio Aleo e Alberto Ferrari si occupano invece dell’healthcare: il primo studia il ciclo di azione-percezione collegato al movimento umano al fine della sintesi artificiale e dell’applicazione alla bio-robotica, creando piattaforme di sensori per l’analisi del movimento per i dispositivi legati all’allenamento fisico ed alla diagnostica di patologie che incidono sul controllo del corpo.

Il secondo progetto riguarda un sistema di tutoring sul cammino del paziente, che con sensori applicare nelle scarpe e una app ascolta le istruzioni su come articolare i movimenti in maniera corretta in termini di velocità dei passi e postura del tronco.

Alla festa parteciperanno le dieci aziende italiane che sono riuscite ad accaparrarsi la definizione di smart&disruptive, organizzate in progetti di ricerca e consapevoli degli orientamenti del mercato nel quale inserirsi prontamente.
A concorrere sono le idee, e ciò consente di vedere marchi storici a fianco di imprese di nuova generazione.

La Solbian ha permesso alle barche di Giovanni Soldini di utilizzare energia rinnovabile grazie ad un sistema fotovoltaico “nautico” estensibile ad altri casi di fabbisogno energetico in movimento, dai camper alle strutture d’emergenza.

La Ge.Fi. Artigiani in Fiera punta sul Made in Italy con l’offerta e-commerce di MakeHandBuy.com dedicata a oltre 2000 micro-aziende.

Non manca l’elettronica applicata all’auto proposta da Pirelli e i Mems, Micro Electro-Mechanical Systems, che dagli pneumatici rilevano le condizioni del fondo stradale, trasfor-mando stimoli meccanici in segnali elettrici e fornendo così informazioni utili alla guida sicura.

Considerando le auto italiane intelligenti non poteva mancare l’accordo tra Apple e Ferrari, meritevole del premio Long Life Innovation: l’automazione di comando e controllo vocale, connessioni Internet e monitor d’intrattenimento compongono il 40% del valore della macchina, destinato a crescere ancora dopo l’integrazione del nuovo sistema infotainment realizzato dalla multinazionale per la rossa italiana.

Il riconoscimento verrà consegnato a Luca di Montezemolo per sottolineare che i grandi nomi dell’industria non sarebbero tali senza il coraggio di investire nel progresso tecnologico.

Vera MORETTI