Tassi: “Mettere in gioco le proprie idee, solo così può funzionare una startup”

 

Continua il nostro viaggio alla scoperta delle startup più innovative del panorama italiano e oggi abbiamo incontrato Tiziano Tassi, socio fondatore di Caffeina, uno dei team di web developer, designer e marketing specialist più innovativi della Rete. Ma nel dettaglio è proprio colui che ha dato vita alla startup, insieme ai soci Henry Sichel e Antonio Marella, a spiegarci le loro attività.

Dott. Tassi, di cosa si occupa la vostra associazione nel dettaglio?
Caffeina è una società che lavora come agenzia digitale su progetti web, social e mobile seguendoli dal punto di vista del marketing, della tecnologia e del design.

Da dove nasce l’idea?
Nasce dall’esperienza universitaria, da quando abbiamo fondato, a Parma, Oikosmos (un’associazione di studenti) che aveva l’obiettivo di fornire servizi innovativi per gli studenti: il primo progetto è stata una web tv. La prima, nel 2007, a fornire contenuti universitari di qualità insieme a Stanford e all’MIT su YouTube.

Perché un giovane italiano dovrebbe avventurarsi nel progetto di una startup?
Non c’è un “perché”. Non è una decisione da prendere alla leggera o in modo avventato. L’entusiasmo rischia di spegnersi davanti alle difficoltà iniziali e a quelle che seguono. Per questo una solida motivazione personale e professionale è preferibile al semplice entusiasmo di sentirsi startupper. E’ una strada (quasi) “senza ritorno”, dove si può fare molto bene e avere una bella storia da raccontare, ma dove si rischia tanto e di proprio. Dopotutto, è una impresa, no?

Quali sono le maggiori difficoltà che può incontrare una startup durante l’inizio del proprio cammino?
La gestione della cassa è fondamentale: il denaro è molto facile da spendere e difficile da guadagnare. E poi focalizzarsi sul modello di business, sapendo che a fronte degli investimenti iniziali va raggiunta la piena sostenibilità il prima possibile. Bisogna essere pronti a mettere completamente in discussione le proprie idee e le proprie convinzioni, perché è il mercato (e i clienti) che decidono dove bisogna andare.

Jacopo MARCHESANO