Mion: “Semplificare non significa esautorare geometri fiscalisti e tributaristi”

Con il via libera al decreto legislativo sulle semplificazioni fiscali, è stato introdotto in via sperimentale il 730 precompilato che arriverà direttamente a casa già dal prossimo anno, per i redditi relativi al 2014, ma dopo le polemiche dei giorni scorsi del presidente nazionale dell’INT, Riccardo Alemanno, di limitare fortemente l’assistenza fiscale sulla dichiarazione dei redditi precompilata, arriva oggi anche la presa di posizione di Mirco Mion presidente dell’AGEFIS (Associazione dei geometri fiscalisti).

Presidente Mion, il Consiglio dei Ministri, nei giorni scorsi, ha finalmente dato il via libera al decreto legislativo in materia di semplificazione fiscale. Un suo giudizio?
Certamente non si può che esprimere un giudizio positivo su qualsiasi provvedimento volto a semplificare la vita dei cittadini. Nel decreto sono, infatti, presenti accorgimenti rivolti all’intera platea dei contribuenti, così come previsto dalla legge delega dell’11 marzo 2014, n.23. È innegabile che, pur con i suoi punti deboli, il decreto legislativo in materia di semplificazioni fiscali rappresenti un’importante base di partenza per modernizzare il Paese ed alleggerire contribuenti e imprese per ciò che riguarda gli adempimenti fiscali, ma il percorso per raggiungere questo obiettivo sarà certamente tortuoso. È emblematica, in questo senso, la dichiarazione dei redditi precompilata, strumento che dovrebbe consentire il passaggio al cosiddetto “Fisco amico”, al fine di semplificare gli iter burocratici. Purtroppo, però, il decreto presenta alcune debolezze, che rischiano di inficiare, o certamente ritardare, il compimento effettivo della tanto vagheggiata semplificazione.

La decisione, infatti, di restringere l’operatività ai soli commercialisti e consulenti del lavoro, oltre ai soliti Caf, lasciando fuori una parte di intermediari fiscali, è stata una doccia fredda.
L’esclusione dei geometri fiscalisti e dei tributaristi, professionisti che da decenni si occupano di tale attività, non appare condivisibile. È significativo, a questo proposito, che anche la Commissione Finanze e Tesoro del Senato, presieduta dal Sen. Mauro Maria Marino, abbia espresso alcune perplessità, richiedendo l’inclusione di questi professionisti fra quelli autorizzati allo svolgimento della funzione di tramite con i CAF per la raccolta delle dichiarazioni.

Il Governo, però, non ha ritenuto di accogliere queste osservazioni escludendo, di fatto, la categoria dei geometri, così come quella dei tributaristi, dalla compilazione delle dichiarazioni dei redditi.
Stiamo per assistere, a causa dell’estromissione di questi intermediari, alla nascita di una gran numero di soggetti, magari preparatissimi, che, al di fuori di ogni controllo e responsabilità, si proporranno al contribuente come “consulenti”, o meglio ancora come “assistenti fiscali”, per la redazione delle dichiarazioni. Il contribuente, dopo aver richiesto una consulenza a pagamento, si troverà così ad inviare in autonomia la propria dichiarazione, dal momento che, da un lato, CAF e professionisti autorizzati non si vorranno assumere la responsabilità del controllo anche delle dichiarazioni precompilate, e dall’altra i professionisti, che da sempre lavoravano insieme agli intermediari abilitati con competenza e professionalità, sono stati esautorati del ruolo che avevano sempre svolto.

La Pa sarà in grado di inviare un precompilato completo e corretto?
No, almeno inizialmente. Questo perché, per l’elaborazione della dichiarazione precompilata, l’Agenzia delle Entrate utilizzerà le informazioni disponibili in Anagrafe tributaria (come ad esempio la dichiarazione dell’anno precedente e i versamenti effettuati), i dati trasmessi da banche, assicurazioni ed enti previdenziali ed i dati contenuti nelle certificazioni rilasciate dai sostituti d’imposta con riferimento, ad esempio, ai redditi di lavoro dipendente e assimilati ed ai compensi per attività occasionali di lavoro autonomo. A partire dalla dichiarazione dei redditi 2016, poi, nella dichiarazione precompilata confluiranno anche i dati relativi alle spese sanitarie che danno diritto a deduzioni dal reddito o detrazioni d’imposta, grazie al sistema “Tessera Sanitaria”.
Per il 2015, circa il 70% delle dichiarazioni messe a disposizione dall’Agenzia delle Entrate dovrà essere corretta o integrata, percentuale che dovrebbe scendere a circa 45% nel 2016 per azzerarsi, finalmente, nel 2017, secondo i dati messi a disposizione dall’Agenzia stessa. Ritengo, però, che le stime emerse in questi giorni siano estremamente ottimistiche. Infatti credo che, quando le parole si tramuteranno in fatti, le percentuali delle dichiarazioni “bisognose” di correzioni e/o integrazioni saranno un numero assai più elevato di quanto stimato. Appare subito evidente come i contribuenti avranno spesso, quindi, necessità di avvalersi di professionisti ed intermediari abilitati (come avrebbero dovuto essere i geometri fiscalisti ed i tributaristi, da sempre un punto di riferimento qualificato per i cittadini per tutte le pratiche fiscali) per integrare le dichiarazioni, così come per ottenerle. Non deve essere dimenticato, infatti, che la dichiarazione precompilata non verrà inviata direttamente ai lavoratori dipendenti e pensionati, ma questi potranno accedervi dal sito dell’Agenzia delle Entrate, oppure conferendo delega al proprio sostituto d’imposta, che presta assistenza fiscale o, infine, delegando un centro di assistenza fiscale o un professionista abilitato. Anche con la dichiarazione dei redditi precompilata, quindi, il ruolo consulenziale rimane imprescindibile.

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Quali dovrebbero essere i prossimi provvedimenti per sfoltire il sistema normativo fiscale?
Sicuramente, come prescritto dall’art.4 della Legge Delega fiscale (23/2014), bisogna procedere speditamente alla razionalizzazione delle dichiarazioni IRPEF (la cosiddetta tax expenditures). Significa rimuovere, o sfoltire significativamente, le “agevolazioni”, ed in parallelo abbassare le aliquote nominali, per mantenere inalterato il gettito, migliorando gli incentivi dal lato dell’offerta, oltre a ridurre la complessità della normativa fiscale. Non va dimenticato, infatti, che esistono più di 700 regimi “speciali”, detrazioni, deduzioni e sconti fiscali, figli della stratificazione del sistema fiscale, che devono essere ridotti al minimo, per ottenere una reale semplificazione far sì che il contribuente possa divenire consulente di se stesso.

Jacopo MARCHESANO