Tfr in busta paga, accordo Abi-ministeri

Tfr in busta paga, accordo Abi-ministeri

Lo abbiamo scritto ieri: per molte imprese, specialmente quelle con meno di 50 dipendenti, far fronte all’erogazione anticipata del Tfr in busta paga può costituire un esborso pesante che non tutte saranno in grado si sostenere.

Ecco perché si rende necessario fare in modo che possano accedere a un apposito fondo dal quale attingere le risorse utili alla liquidazione del Tfr in busta paga, identificato anche come Quir, ossia “quota integrativa di retribuzione”.

Va in questa direzione l’accordo quadro appena sottoscritto dall’Abi, l’associazione bancaria italiana, e dai ministeri del Lavoro e dell’Economia. L’accordo prevede infatti il finanziamento con garanzia del Tfr in busta paga e vi potranno accedere le aziende con meno di 50 dipendenti che, come scritto ieri, non sono tenute a versare il Tfr al Fondo di tesoreria dell’Inps

In una nota, il ministero dell’Economia spiega che “l’iter di attuazione delle disposizioni della legge di stabilità in materia di erogazione in busta paga del trattamento di fine rapporto (Tfr) si è completato con l’accordo quadro tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’Associazione Bancaria Italiana. Grazie all’accordo quadro, le imprese con meno di 50 dipendenti che dovessero registrare problemi nei flussi finanziari necessari a far fronte al maggiore esborso mensile a seguito delle richieste di erogazione mensile dell’importo altrimenti destinato al Tfr, potranno accedere a finanziamenti a tasso agevolato. Le banche aderenti all’accordo quadro potranno erogare finanziamenti a tasso agevolato in virtù della garanzia pubblica”.

Bene, una buona notizia. Ci rimane però il sospetto che, quando il governo ha pensato alla misura dell’anticipo del Tfr in busta paga non abbia considerato del tutto le ricadute che questa avrebbe avuto sulle imprese, guardando più alle tasche del dipendente che alle casse dell’azienda. Aveva ragione Winston Churchill quando scriveva che “alcune persone vedono un’impresa privata come una tigre feroce da uccidere subito, altri come una mucca da mungere, pochissimi la vedono com’è in realtà: un robusto cavallo che traina un carro molto pesante”.