Immigrati e ricchezza prodotta: le cifre

Immigrati e ricchezza prodotta: le cifre

Da qualche giorno, sull’onda dell’emozione che le tragedie dell’immigrazione delle ultime settimane provocano in moltissimi italiani, Infoiva ha iniziato un focus dedicato a impresa, lavoro e immigrati nel nostro Paese.

Ci siamo occupati degli imprenditori stranieri in Italia, dei loro settori merceologici, di quanta ricchezza producono i lavoratori immigrati e di questa, quanta viene girata nei rispettivi Paesi d’origine. Oggi, partendo dai dati del Rapporto annuale sull’Economia dell’Immigrazione 2014 della Fondazione Leone Moressa, vogliamo capire se e quanto costano alla nostra economia gli immigrati.

Partiamo dunque dalla notizia: secondo i dati del Rapporto, se si comparano le uscite necessarie per “mantenere” gli immigrati regolari e quelle per tutte le operazioni di soccorso e accoglienza dei clandestini con le entrate derivanti da tasse e contributi versati dagli immigrati regolari, l’Italia è in utile di 3,2 miliardi. Stando ai conti relativi al 2012.

La cifra deriva appunto dalla differenza tra contributi previdenziali e Irpef versati dai cittadini immigrati regolari in Italia (15,6 miliardi, di cui 8,9 di contributi e 6,7 di Irpef), e le spese di welfare per gli immigrati e di remunerazione delle forze dell’ordine impiegate sul campo per combattere l’immigrazione clandestina (12,4 miliardi).

Se si volesse fare un calcolo sull’unità, i numeri della Fondazione Moressa ci dicono che mediamente gli immigrati versano a testa poco più di 7mila euro all’anno tra contributi e Irpef (3800 euro all’Inps e 3250 al fisco, per la precisione), mentre dallo Stato ricevono servizi per un controvalore pari a circa 2500 euro.

Tra gli immigrati, la classifica di coloro che versano più soldi allo Stato italiano riflette da vicino la classifica per etnie di provenienza che abbiamo delineato nei giorni scorsi. I più generosi verso Inps e fisco sono i romeni, che versano il 18,4% del totale e hanno una media pro capite di quasi 1800 euro (1793); vengono poi gli albanesi (7,3%, 1961 euro) e i marocchini (5,7%, 1683 euro).

Come si vede, quindi l’universo degli immigrati regolari in Italia ha sfaccettature diverse, senza contare che per tanti di loro l’avventura in Italia è iniziata proprio da un barcone. E, come riconoscimento per il Paese che li ha ospitati dando loro un futuro, da lavoratori o da imprenditori, gli immigrati contribuiscono per una parte non indifferente alla ricchezza dell’Italia.

Sempre secondo i dati della Fondazione Moressa, i lavoratori immigrati incidono per l’8,8% sul Pil italiano; spacchettata per settori, questa ricchezza arriva per il 45,8% arriva dai servizi, per il 18,4% dal manifatturiero, per il 13,3% dalle costruzioni. Senza contare che le 497mila imprese condotte da stranieri (di cui 335mila imprese individuali) producono un giro d’affari annuo di 85 miliardi, pari al 6,5% del Pil nazionale.