La retromarcia del BYOD

La retromarcia del BYOD

Il fenomeno BYOD per noi di Infoiva è un po’ un chiodo fisso. Per chi si fosse perso i nostri approfondimenti, la parola BYOD è l’acronimo dell’espressione inglese Bring Your Own Device, ossia “porta (a lavoro), il dispositivo (mobile) di tua proprietà”. In sostanza, è il fenomeno che porta molte aziende a consentire ai dipendenti l’utilizzo dei propri smartphone e tablet personali a uso lavorativo.

Un fenomeno che in anni recenti, tanto negli Usa quanto in Europa, ha visto una significativa crescita, salvo poi negli ultimi tempi rallentare, almeno nel Vecchio Continente. Secondo uno studio realizzato da Idc, pere infatti che l’utilizzo del BYOD si stia contraendo, almeno in Europa, dal momento che sempre più aziende tornano a far adottare ai propri dipendenti dei dispositivi mobili aziendali.

Diversi, secondo Idc, i motivi che hanno portato a questa inversione di tendenza sul BYOD. Intanto, sembra che le imprese si siano accorte che dal BYOD non si ottiene poi quel gran risparmio che si immaginava; poi, molti dipendenti cominciano a mal sopportare le formalità e il controllo che l’azienda ha sul proprio device mobile; infine, accade spesso che le imprese forniscano ai dipendenti apparecchi più avanzati e cool rispetto a quelli di proprietà.

Il risultato è che dal BYOD si passa progressivamente al CYOD (Choose Your Own Device), meccanismo grazie al quale l’azienda offre al dipendente la possibilità di scegliere il proprio device tra diversi preventivamente approvati dall’IT aziendale; oppure si passa al COPE (Corporate Owned, Personally Enabled), ossia l’azienda sceglie il device mobile ma dà al dipendente alcune autorizzazioni per fruirne per l’uso personale, per esempio installando particolari app.

La strada sembra essere segnata, dal momento che, sempre secondo le rilevazioni di Idc effettuate nella seconda metà del 2014, il 21% delle aziende in Europa ha fatto retromarcia sul BYOD adottando il modello CYOD, che il 34% ha adottato nel corso del 2015.