Confassociazioni sulle agevolazioni per donne, giovani e pmi

Confassociazioni sulle agevolazioni per donne, giovani e pmi

Soddisfazione da parte di Confassociazioni per il decreto del Mise che agevola la piccola e micro imprenditorialità. A farsi portavoce della posizione di Confassociazioni è Federica De Pasquale, vice presidente con delega alle Pari Opportunità.

In una nota, De Pasquale dichiara che, “in un momento in cui l’economia italiana soffre a causa di tutta una serie di problemi strutturali, da quello della burocrazia e dell’accesso al credito a quello occupazionale, e che pesano non poco sulle capacità produttive, manageriali e finanziarie del sistema delle imprese, accogliamo favorevolmente l’entrata in vigore, dal 20 settembre, del Decreto 8 luglio 2015, n. 140 del ministero dello Sviluppo Economico, relativo al Regolamento sui criteri e le modalità di concessione delle agevolazioni previste con decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185“.

Nuove agevolazioni – prosegue la vice presidente di Confassociazioniche possono rappresentare un’opportunità importante perché puntano a sostenere, in tutta Italia, la nascita e lo sviluppo di micro e piccole imprese a prevalente, o totale, partecipazione femminile e giovanile, in una fascia di età compresa tra i 18 e i 35 anni. C’è un però: possono accedervi solo le società o le cooperative costituite da non più di 12 mesi dalla data di presentazione della domanda per la richiesta delle agevolazioni. Questo paletto restringe fortemente il numero delle donne con possibilità di accesso. Gli investimenti dovranno essere realizzati entro 24 mesi dalla firma del contratto di finanziamento con Invitalia mentre per la presentazione delle domande di agevolazione dovremmo attendere il prossimo provvedimento del Ministero dello Sviluppo Economico che indicherà tempi e modalità”.

Parliamo di programmi di investimento non superiori a 1 milione e 500mila euro – continua ancora la vice presidente di Confassociazionirelativi alla produzione di beni nei settori dell’industria, dell’artigianato e della trasformazione di prodotti agricoli, della fornitura di servizi e del commercio. Particolare rilevanza è riservata alle attività che promuovono l’innovazione sociale, a quelle legate alla filiera turistico-culturale, alle iniziative di valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale. Inoltre, chi avrà diritto alle agevolazioni potrà usufruire di un finanziamento agevolato a tasso zero per gli investimenti e con una durata massima di otto anni per un importo non superiore al 75% della spesa ammissibile. Anche per la restituzione del finanziamento dobbiamo registrare che sono state introdotte nuove regole: senza interessi e con la previsione di un ‘piano di ammortamento a rate semestrali costanti posticipate, scadenti il 31 maggio e il 30 novembre di ogni anno’ (articolo 8, comma 2, Decreto n. 140/15)”.

Ci auguriamo – conclude De Pasqualeche il ministero dello Sviluppo Economico proceda su questa strada, promuovendo agevolazioni anche per gli studi professionali, per i quali ad oggi sono previsti solo, nel nuovo ciclo di programmazione 2014-2020, i fondi strutturali europei. I professionisti, infatti, possono accedere ai bandi comunitari per promuovere la ricerca, lo sviluppo tecnologico, l’innovazione e la competitività del sistema professionale. Potranno beneficiare degli incentivi anche attraverso i propri organismi associativi che, in questo caso, avrebbero il ruolo di intermediari finanziari dei fondi europei, ovvero attraverso le associazioni di categoria che parteciperanno direttamente ai bandi comunitari“.