Confcommercio: più iscrizioni nei primi 9 mesi dell’anno

Confcommercio: più iscrizioni nei primi 9 mesi dell’anno

Un’altra piccola goccia di ottimismo nel mare ancora poco mosso della ripresa arriva da un’analisi di Confcommercio, secondo la quale le nuove iscrizioni dell’Area Confcommercio sono aumentate dell’1,6% nei primi nove mesi del 2015 e quelle del commercio al dettaglio dell’1,7%.

Le cifre sono figlie di un andamento che, secondo Confcommercio, ha visto nel confronto tra il saldo aperture-chiusure nei primi 9 mesi del 2015 e quello dello stesso periodo del 2014 un calo generalizzato del fenomeno, con iscrizioni in aumento e le cancellazioni in diminuzione in quasi tutti i settori produttivi.

Purtroppo però, sottolinea Confcommercio, il numero delle chiusure supera ancora quello delle aperture, a testimonianza del fatto che di ripresa, anche se piccola, ancora non si può certo parlare. Gli strascichi pesanti della crisi continuano a farsi sentire, soprattutto nei confronti delle imprese meno strutturate e attrezzate per sopportare i colpi di una prolungata recessione.

L’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio sui dati della nati-mortalità delle imprese nei primi nove mesi del 2015 sottolinea infatti che il saldo complessivo dell’Area Confcommercio (che comprende imprese operanti nei settori di commercio, turismo, servizi alle imprese e alle persone, trasporti e logistica) è stato negativo per 41mila 300 imprese, contro il -49mila imprese dello stesso periodo del 2014.

Dati che vanno comunque presi con le pinze e ponderati bene. “È ancora poco e troppo presto per affermare che la ripresa si stia diffondendo a tutte le unità produttive – commenta infatti Confcommercio -, ma è un segnale che va colto e rafforzato con politiche fiscali distensive anche più coraggiose di quelle che la legge di stabilità 2016 sembra mettere in campo. La cautela è d’obbligo anche in virtù delle ipotesi che circolano in questi giorni di assegnare agli enti locali la facoltà di accrescere le aliquote legali sugli immobili diversi dall’abitazione principale, eventualità che depotenzierebbe la portata dei già modesti tagli fiscali prospettati per il 2016”.