CoLAP: un Jobs Act per le partite Iva

CoLAP: un Jobs Act per le partite Iva

È stato sottolineato da più parti come uno dei grossi limiti del Jobs Act sia quello di essere pensato per i lavoratori dipendenti e non per gli autonomi e per i possessori di partita Iva. Un limite che non hanno mancato di rimarcare molte delle associazioni italiane dei professionisti.

Una di queste, il CoLAP (il coordinamento delle libere associazioni professionali), è più volte tornato su questo aspetto nel 2015 e anche quest’anno, per bocca del presidente Emiliana Alessandrucci, ha cominciato a battere su questo chiodo.

Sicuramente l’anno appena concluso sarà ricordato come l’anno del Jobs Act per i lavoratori dipendenti – sottolinea il CoLAP in una nota -, soprattutto come l’anno dell’abolizione del tanto contestato contratto a progetto. Il 2016 inizia con l’applicazione della norma che stabilisce che tutte le collaborazioni autonome, se organizzate nei tempi e luoghi del committente, dovranno essere ritenute veri e propri rapporti di lavoro subordinato. C’è da chiedersi se questo appena iniziato sarà dunque l’anno del Jobs Act del lavoro autonomo?”.

Scompariranno davvero – continua il CoLAPtutte le collaborazioni coordinate e continuative? Saranno davvero stanate le false partite Iva e si risolveranno in modo definitivo e strutturale temi fondamentali per la sopravvivenza di moltissimi professionisti? Soltanto ieri sono stati diffusi i dati Istat sull’occupazione, dove si evidenzia che il tasso di disoccupazione a novembre segna una riduzione dello 0,2% rispetto ad ottobre, attestandosi al 11,3%“.

Secondo la presidente Alessandrucci, “il numero degli occupati aumenta su ottobre di 36mila unità, dovuto quasi esclusivamente alla componente femminile, mentre diminuiscono i disoccupati e di poco gli inattivi. Sono soprattutto le donne che si riattivano sul mercato del lavoro e questo riporta alla luce vecchi problemi, legati all’impatto negativo che hanno impegni lavorativi che impediscono di conciliare tempi di lavoro e di vita familiare e sociale“.

E dopo aver ricordato i limiti dell’”opzione donna” sulle pensioni inserita in Legge di Stabilità, il presidente del CoLAP conclude: “Procederemo a un testo contenitore di norme disordinate e sarà davvero la riforma del lavoro autonomo capace di dare impulso reale a questo mondo? Le indiscrezioni ci lasciano intendere che è ancora vivo il rischio di importare anche nel nostro mondo tradizionali e inefficaci strumenti e tutele: non è di questo che abbiamo bisogno!“.

Per noi, è una riforma vitale e che attendiamo da moltissimo tempo. Abbiamo delle proposte, non solo legate all’articolato, ma alla filosofia, anche politica, che questo provvedimento dovrebbe avere e manifestare. Dovrà essere una riforma vera capace di iniettare fiducia e innovazione; vogliamo pensare al lavoro autonomo con lo stesso pensiero divergente a cui siamo abituati, non vogliamo importare nel nostro mondo flessibile, dinamico e innovativo modelli e strumenti superati e anacronistici“.