Banche italiane e imprese: il corto circuito

Banche italiane e imprese: il corto circuito

Nelle ultime settimane la Borsa italiana e le banche italiane hanno subito un vero bagno di sangue, con perdite sui mercati e pesanti difficoltà che si sono riflesse anche sulla cosiddetta “economia reale”, quella fatta di imprese, professionisti e artigiani.

Secondo l’Ufficio studi della Cgia, però, il peggio potrebbe ancora arrivare. Nel 2015, secondo le stime elaborate dagli artigiani mestrini, i prestiti delle banche italiane alle imprese sono calati di oltre 15 miliardi di euro, a fronte di un aumento della domanda di credito da parte delle imprese stesse del 3%.

Sottolinea il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo: “Sebbene le banche italiane abbiano potuto beneficiare di importanti misure messe in campo dalla Bce, come il Quantitative easing e il TLTRO, questi soldi non stanno arrivando alle aziende. È vero che nel frattempo l’incidenza delle sofferenze sugli impieghi in capo alle imprese è aumentata, ma è altrettanto vero che gli istituti di credito sono ancora poco inclini ad impegnare nell’economia reale i soldi ricevuti da Francoforte”.

In sostanza, i soldi per i finanziamenti alle imprese e alle famiglie ci sono, ma anziché servire ad aiutarle servono alle banche italiane per aiutare se stesse. La Cgia ricorda anche che a dicembre 2014 le imprese italiane avevano in essere dal sistema bancario oltre 900 miliardi di prestiti, scesi a 885,7 un anno dopo (-1,7%). Nel medesimo lasso di tempo, invece, le sofferenze riconducibili alle aziende sono salite del 9,2%, passando da 145,7 a 159,2 miliardi. C’è qualcosa che non quadra…