UniCredit, Ghizzoni saluta

UniCredit, Ghizzoni saluta

E alla fine si è verificato quello che tutti già sapevano ma che nessuno poteva dire: l’ad di UniCredit, Federico Ghizzoni, ha fatto un passo indietro dando la propria disponibilità all’uscita dal gruppo e dando il via all’avvicendamento ai vertici dell’istituto di piazza Gae Aulenti. Ghizzoni manterrà le proprie deleghe fino alla nomina del successore.

UniCredit ha emanato una nota al termine del cda straordinario, nella quale sottolinea come il consiglio di amministrazione e Ghizzoni hanno constatato che si sono verificate le condizioni per un avvicendamento al vertice del gruppo bancario.

Ecco dunque che Ghizzoni ha dato la propria disponibilità a definire, insieme al presidente di UniCredit, un’ipotesi di accordo per la risoluzione del proprio rapporto con il gruppo, impegnandosi però a mantenere le proprie funzioni fino alla nomina del suo successore, che sarà da lui supportato durante la fase di transizione.

Diversi, finora, i nomi circolati per la successione di Ghizzoni alla guida di UniCredit, anche se ancora un a certezza su chi siederà sulla sua poltrona non c’è. Quello che è certo è che il nuovo si troverà di fronte a diversi scenari e sfide da portare avanti.

UniCredit dovrà infatti muoversi lungo due direzioni principali: dismettere alcune attività, in Italia e all’estero razionalizzare la struttura in Italia, al fine di equilibrare un aumento di capitale che pare non più rimandabile. essere inevitabile.

E non si tratta di bruscolini. Secondo JpMorgan, UniCredit avrebbe bisogno di nuovo capitale fino a 9 miliardi, 5 dei quali potrebbero venire da un aumento vero e proprio e il resto dalla cessione del 45% di Fineco e del 20% di Bank Pekao, la banca polacca di cui UniCredit controlla circa il 50%. Due istituti estremamente in salute e performanti che, con la banca turca Yapi Kredi pesano sull’utile del gruppo per circa il 40%.

Grandi manovre verso le quali i piccoli risparmiatori guardano con attenzione, per evitare possibili colpi di scena che penalizzerebbero, come sempre accade in questi casi, la base della piramide. Mentre il vertice cadrebbe sempre in piedi, atterrando sul soffice materasso di una buonuscita milionaria.