Via libera a Milano dopo la Brexit britannica

Il ministro degli Esteri Angelino Alfano è ben determinato ad approfittare della Brexit per far decollare ulteriormente Milano. Se, infatti, ci sono imprese che decidono di andar via da Londra, non dev’essere scontato che si trasferiscano a Francoforte. Il capoluogo lombardo ha tutte le carte in regola per rappresentare una valida alternativa.

Questo è quanto Alfano ha sostenuto in occasione della conferenza “Diplomazia economica: quale impatto sulla crescita del Paese – Il sostegno della Farnesina alle imprese italiane”, organizzata da Confindustria a Roma. Il ministro ha poi aggiunto: “Milano ha sempre avuto condizioni di contesto per il business e con le imprese che decidono di lasciare Londra dobbiamo avere la capacità di attrarle a Milano. La Farnesina è importante per la crescita e determinante per riuscire a spingere all’estero il sistema Italia. Io credo che sia vero quello che un’analisi indipendente dimostra, ossia che ci sia stato un impatto nell’ordine dell’1,1% del Pil relativamente alla forza della Farnesina a spingere le nostre imprese all’estero e questo si è tramutato in 234mila posti di lavoro all’estero. Possiamo fare di più”.

Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, ha poi voluto aggiungere: “Siamo in un contesto di politiche protezionistiche, l’Europa si dia una svegliata in termini di politiche economiche. Speriamo che presto anche in funzione di quello che sta succedendo negli Stati Uniti, l’Europa esprima una reazione che sia in grado di provocare shock positivi nell’economia e non solo subirli”.
Boccia non ha dimenticato i giovani, che vanno assolutamente inseriti nel mercato del lavoro, perché considerati una risorsa inestimabile da non sottovalutare.

Lo studio Prometeia attesta, considerando anche gli impatti diretti e indiretti, che il valore aggiunto generato in Italia dai progetti esteri supportati dalla Farnesina oscilla dai 10 (del 2014) ai 16 miliardi di euro (del 2015), quindi dallo 0,7% all’1,1% del Pil. E per ogni euro di valore aggiunto creato nelle imprese coinvolte in progetti supportati dalla Farnesina se ne generano nell’economia ulteriori 1,4 euro.

Forte di questi dati, Alfano ha aggiunto: “Abbiamo la possibilità di essere ancora più forti e dobbiamo proprio in questo tempo di rinascente protezionismo che è inaccettabile per noi che alcuni pretendano di venire a scorazzare nel nostro mercato e poi le nostre imprese trovano nei loro paesi vincoli politici e burocratici che creano problemi”.

Per quanto riguarda l’occupazione, sono stati 234mila i posti di lavoro sostenuti in Italia da progetti esteri supportati dalla Farnesina. Nel dettaglio sono 72mila posti diretti, 122mila indiretti e 40mila indotti.

La parte più importante dei progetti del biennio 2014/2015 riguarda gli impianti energetici, le infrastrutture e costruzioni e l’export di beni. Nello stesso biennio coinvolte più di 300 aziende, 86 della meccanica, 66 dei servizi, 50 delle costruzioni, 18 dell’elettrotecnica, 17 dei prodotti in metallo, 15 di treni, aerei e navi, 11 dell’energia, 9 alimentare, 6 dell’elettronica. Inoltre, il ministro ha sottolineato che il 61% delle gare all’estero premia le piccole e medie imprese, quindi il brand italiano va promosso sempre, con continuità, per ottenere risultati sempre più convincenti.

Vera MORETTI