L’e-commerce in Russia ha superato 26 miliardi di dollari

La Russia rappresenta, per l’Italia e per il suo Made in Italy, una grossa opportunità di crescita, soprattutto ora che il mercato russo dell’e-commerce ha superato i 26 miliardi di dollari, come stimato dai dati EWDN 2017 del Russian e-Commerce Report.

Giulio Gargiullo, esperto di digital marketing in Russia, ha commentato così questo dato: “Il Made in Italy è fortemente apprezzato nella Federazione Russa ed è importante approfittare del momento favorevole dell’e-commerce russo: da un lato questo cresce costantemente, a differenza degli acquisti retail che sono stati colpiti dalla crisi, dall’altro consente alle aziende italiane di sviluppare un commercio nell’economia di Mosca che va riprendendosi già nel 2017 e, come testimoniano i dati EWDN, i russi apprezzano particolarmente gli acquisti cross-border (+26% ). Molteplici i segnali positivi nell’economia russa: la ripresa in parte del rublo, i buyer russi che tornano nei principali eventi fiore all’occhiello del Belpaese come Pitti come segnalano gli ultimi dati cpm di Mosca sull’abbigliamento e maglieria (+5%) o gli arrivi previsti al prossimo Salone del Mobile. Poi il ritorno dei russi in Italia come da dati Global Blue, secondo i quali gli acquisti tax free sono aumentati del 9% fra ottobre e dicembre 2016”.

Particolare attenzione merita il settore del lusso, che in Russia sta prendendo sempre più piede e che coinvolge ovviamente i fiori all’occhiello del nostro Made in Italy. Ma, nonostante questo, il luxury online ancora non viene preso molto seriamente, con il rischio di perdere un’ottima opportunità, considerando che proprio quello russo è il mercato principale del lusso tra i paesi emergenti.

A confermare le prospettive future è Gargiullo, che conclude così: “Il commercio online in Russia continuerà a crescere grazie all’espansione della penetrazione di internet, soprattutto quella mobile, anche nelle aree più remote. Questo verrà favorito anche dall’uso sempre maggiore di mezzi elettronici di pagamento, miglioramenti nella logistica e la diminuzione dei costi di spedizione in corso. Basti pensare che i prezzi degli immobili per magazzinaggio alla fine del 2016 sono scesi a meno del 60% dei prezzi registrati all’inizio della crisi”.

Vera MORETTI