Occupazione in aumento in Italia a gennaio 2017

Buone notizie sul fronte lavoro, poiché a gennaio 2017 l’occupazione risultava in aumento di 236mila unità rispetto ad un anno prima, che significa, in percentuale, un incremento dell’1%.

La crescita interessa tutti, sia i lavoratori dipendenti (+1,1% pari a +193 mila unità) sia quelli indipendenti ( +0,8% pari a +43 mila unità).
Questo fenomeno riguarda entrambi i sessi, con un aumento per gli uomini dell’1,4% e per le donne dello 0,5%, in particolare per gli ultracinquantenni (+367 mila) ed i giovani 15-24enni (+27 mila).

A creare posti di lavoro nuovi sono soprattutto le piccole imprese: nel terzo trimestre, come conferma l’analisi effettuata da UnioncamereMinistero del Lavoro, le imprese italiane prevedono un saldo tra entrate ed uscite di 203.400 lavoratori di cui oltre i tre quarti (77,3%), pari a 157.170 unità, sono determinati da imprese con meno di 50 addetti.

Questi dati, però, non escludono un aumento anche della disoccupazione, che, infatti, è cresciuta del 4,2%, per un tasso di disoccupazione dell’11,9%, in aumenti dunque dello 0,3 rispetto all’anno scorso.

Come si spiega questa situazione, che sembrerebbe irreale?
Questi numeri derivano da una massiccia riduzione degli inattivi che scendono di 461 mila unità, pari al -3,3%, rendendo la domanda di lavoro insufficiente ad assorbire il maggiore ritmo di crescita dell’offerta. Nell’anno precedente gli occupati salirono di 291 mila unità, superando l’aumento dell’offerta di lavoro (+136 mila unità): di conseguenza i disoccupati si sono ridotti di 155 mila unità.

La maggiore partecipazione al mercato del lavoro è un fenomeno positivo, in particolare per le donne che presentano un gap di 12,7 punti del tasso di attività con la media dell’Euro zona: a gennaio 2017 in Italia il rapporto tra donne attive e popolazione è al massimo storico del 55,6%.ù

Dal punto di vista territoriale, nel 2016 l’occupazione in Italia è salita dell’1,3% con una migliore performance nel Nord-Est e nel Mezzogiorno (entrambi a +1,7%).
Le regioni con la maggiore crescita sono la Campania ed il Molise (entrambi con il +3,8%), seguite da Emilia-Romagna (+2,5%), Provincia Autonoma di Bolzano (+2,3%), Puglia e Basilicata (entrambe con il +2,0%). All’opposto le maggiori flessioni per Marche (-0,8%) ed Umbria (-1,5%), regioni colpite dagli eventi sismici di agosto e ottobre 2016.

Per quanto riguarda il tasso di occupazione, quello più elevato si riscontra nella Provincia Autonoma di Bolzano (57,8%), seguita da Emilia-Romagna (51,5%), Provincia Autonoma di Trento (51,1%), Lombardia (50,6%) e Valle d’Aosta (50,0%). Nel 2016 gli aumenti più ampi del rapporto tra occupati e popolazione si riscontrano in Molise (+1,6 punti percentuali), Emilia-Romagna (+1,3 punti) e Campania (+1,2 punti) mentre le diminuzioni più accentuate si osservano in Umbria (-0,6 punti) e Provincia Autonoma di Trento (-0,5 punti).

Tra le province in maggiore crescita, spiccano Bologna (53,6%), Reggio Emilia (52,8%), Modena (52,7%), Parma (52,3%) e Lodi e Milano (entrambe a 52,1%).
I tassi di disoccupazione più bassi si rilevano a Reggio Emilia (4,7%), Bergamo e Verona (entrambe a 5,3%), Bologna (5,4%) e Lecco (5,8%), Vicenza e Belluno (6,2%), Verbano-Cusio Ossola e Cuneo (6,3%).

Vera MORETTI