La competitività delle aziende si misura anche con la banda larga

Le imprese, per essere competitive, devono anche utilizzare la banda larga veloce, che sicuramente ha il suo peso su sviluppo e produttività aziendale.

Purtroppo, anche in questo caso l’Italia fatica a stare al passo, poiché si trova al 25esimo posto tra i 28 paesi dell’Unione Europea per quanto riguarda l’avanzamento digitale e che si misura attraverso cinque componenti che sono connettività, capitale umano, uso di Interne, integrazione delle tecnologie digitali e servizi pubblici digitali.

Se poi si considerano le imprese che hanno adottato la banda larga ad alta velocità, l’Italia scende al 27esimo posto, poiché la percentuale è del 15,2%, la metà rispetto alla media Ue. In questo caso, le migliori sono Spagna con il 38,4%, Germania con il 35,4% e Francia con il 21,7%.

L’Italia è il primo paese manifatturiero europeo per occupati nelle piccole imprese e sta registrando un recupero nell’accumulazione di capitale dopo anni di trend negativo. Secondo Istat, infatti, nel quarto trimestre 2016 il tasso di investimento delle società non finanziarie è salito al 20,5%, in salita di 1,2 punti rispetto al 19,3% del corrispondente trimestre 2015.
L’acquisizione di macchinari ad elevato contenuto digitale potrebbe, però, non manifestare a pieno i suoi effetti sull’efficienza dei processi di produzione se l’impresa non dispone di una adeguata connettività.

La riduzione del gap infrastrutturale indica come indice da raggiungere il 50% di copertura entro il 2020, che può essere raggiunto mediante investimenti cumulati nel periodo 2017-2020 per 12,7 miliardi di euro di cui 6,7 miliardi pubblici e 6,0 miliardi privati.

Vera MORETTI