Il settore luxury sempre in testa all’export Made in Italy

Il report Esportare la dolce vita, realizzato da Confindustria e Prometeia relativo ai prodotti BBF, ovvero Belli e Ben Fatti, quindi appartenenti ad una fascia di Made in Italy medio alta, ha reso noto che le potenzialità di questo settore, in fatto export, potrebbero arrivare, dai 59 miliardi del 2016, a 70 miliardi nel 2022.

Tale risultato si otterrebbe basandosi su tre punti cardine quali patrimonio culturale, paesaggio e vocazione manifatturiera, ma che potrebbe portare a risultati ancora più sorprendenti se venissero replicati, nel periodo 2016-2022, i risultati ottenuti nel periodo precedente del 2011-2015, quando tutti i settori BBF avevano registrato la loro miglior performance.

Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo Economico, presente quando è stato illustrato lo studio, crede in questo ambizioso obiettivo se non verranno sottovalutati il proseguimento del processo di globalizzazione e nel boom dell’Industria 4.0.

A differenza delle passate edizioni, nelle quali a essere analizzate erano le prospettive italiane sui mercati emergenti, quest’anno il rapporto EDV si è concentrato su 31 mercati maturi, attualmente i maggiori importatori di Made in Italy di qualità.

Tra questi, spiccano gli Stati Uniti: al 2022, le proiezioni per le importazioni dall’Italia sono pari a 13 miliardi di euro, con una crescita di 2,8 miliardi (+28%) che ne fa anche il mercato più dinamico. Già oggi, se si guarda al turismo, tra i Paesi di provenienza dei visitatori alto-spendenti, gli Usa generano il più altro valore degli acquisti: 4,3 miliardi nel 2015, con una media di 1.166 euro di spesa pro capite.

Presente al lancio di EDV c’era anche Marco Bizzarri, ceo di Gucci, il quale è estremamente convinto della necessità di digitalizzare anche le imprese appartenenti al settore luxury: “Digital, e-commerce e web sono diventati fondamentali negli ultimi anni, in particolare per comunicare con i Millenials. Una volta nel lusso ci si domandava se essere online fosse meno importante. Oggi non è più una domanda che ci si deve porre. Anche perché se non lo fai tu c’è qualcun altro che se ne appropria”.

Vera MORETTI