Asset manager: la crescita sta nell’innovazione

E’ stata appena resa nota la 15esima edizione della ricerca annuale sull’industry dell’asset management, realizzata da The Boston Consulting Group, che ha coinvolto 153 tra i principali leader del settore, cioè più del 62% degli asset under management globali.

Ciò che principalmente emerge è che gli asset manager devono puntare sull’innovazione per potersi garantire una crescita ulteriore e duratura.

Il report è stato intitolato Global asset management 2017: the innovator’s advantage, e ha voluto partire dalle fragilità che caratterizzano le performance dell’asset management, che nel 2016 hanno subito una brusca battuta di arresto in termini di ricavi, profitti e margini.

Alla base del progresso, che davvero potrebbe garantire ottime opportunità, c’è lo sviluppo delle nuove tecnologie. Questo significa che gli asset manager dovranno ottimizzare la gestione degli investimenti attraverso un’innovazione customer-driven, nuove competenze ed efficienza operativa. Nei settori operations e IT, i player potranno ridurre i costi da un minimo dal 20% al 35%: opportunità da cogliere velocemente per avvantaggiarsi rispetto ai competitor.
Oggi, meno del 50% dei gestori di patrimoni usa i big data o gli analytics: solo i più innovativi già utilizzano questi acceleratori digitali per costruire nuove funzioni interne.

Per accelerare i tempi, The Boston Consulting Group, ha stilato un decalogo da seguire:

  • Gli asset manager tradizionali devono puntare sull’innovazione per trasformare il proprio modo di lavorare e crescere ulteriormente.
  • Il 2016 ha confermato le fragilità dalle performance globali dell’asset management. Per la prima volta dalla crisi finanziaria del 2008, ricavi, profitti e margini si sono assottigliati e la pressione sulle commissioni è in aumento.
  • Il valore globale degli AuM è cresciuto del 7% nel 2016, ma l’aumento è stato prodotto in gran parte dal crescente valore degli investimenti in mercati finanziari in rapida crescita, mentre i nuovi flussi netti sono stati esigui.
  • In Italia, i risparmiatori stanno spostando i propri risparmi dai conti deposito tradizionali verso prodotti gestiti: questi flussi non sono comunque sufficienti a compensare la performance debole di diversi mercati europei.
  • Lo sviluppo di nuove tecnologie creerà opportunità per alcuni e minacce per altri: i leader del settore di domani saranno diversi da quelli odierni.
  • Gli asset manager dovranno ottimizzare la gestione degli investimenti nell’era digitale attraverso un’innovazione customer-driven, nuove competenze ed efficienza operativa.
  • Nei settori operations e IT, gli asset manager potranno ridurre i costi da un minimo del 20% a un massimo del 35%.
  • Meno del 50% degli asset manager usa i big data o gli analytics: solo i più innovativi già utilizzano questi acceleratori digitali per costruire nuove funzioni interne. Il divario in capacità crescerà ancora se il gap non sarà ridotto.
  • L’attività di M&A accelererà e avrà un crescente valore strategico: i deal diventeranno più grandi e più internazionali; il mercato si polarizzerà tra player molto grandi e piccoli specialisti.
  • Gli asset manager, per avere successo, dovranno conformarsi a uno o più di questi quattro modelli di business: alpha shop, beta factory, solution provider e distribution powerhouse.

Vera MORETTI