Nuove sanzioni per l’omessa dichiarazione dei redditi

Per la dichiarazione dei redditi 2017 c’è tempo fino al 25 ottobre, entro quando occorrerà presentare il modello 730 integrativo da parte dei contribuenti che avevano omesso o dimenticato oneri deducibili e detraibili nella dichiarazione di luglio.
Lo stesso termine è valido per chi non ha presentato il modello (730 o Redditi) nei termini di legge.

Il reato di omessa dichiarazione dei redditi entra in gioco dopo che sono trascorsi 90 giorni dalla scadenza, come di seguito:

  • 7 luglio per il modello 730 mediante CAF
  • 23 luglio per il modello 730 inviato autonomamente
  • 30 settembre per il modello Redditi

L’omessa dichiarazione dei redditi può essere sanata ricorrendo al ravvedimento operoso, art 13 co.1 lettera c del Dlgs 472/97. Dunque in caso di dichiarazione tardiva, ovvero presentata entro 90 giorni dal termine, questa è ritenuta valida e si paga un ravvedimento pari a 25 euro, ossia un decimo della sanzione fissa di 250 euro.

La sanzione per omessa presentazione va dal 120% al 240% con un minimo di 250 euro nel caso in cui il contribuente non provveda a presentare una nuova dichiarazione entro i termini della dichiarazione per l’anno successivo (da 250 a 1.000 euro se non sono dovute imposte).

Le sanzioni si riducono (dimezzate dal 60% al 120% dell’imposta) per chi presenta la dichiarazione oltre i 90 giorni dalla scadenza ma entro il termine dell’anno successivo (da 150 a 500 euro se non sono dovute imposte), a patto che non abbia avuto inizio qualunque attività accertativa di cui il contribuente abbia avuto formale conoscenza.

Se dalla dichiarazione tardiva emerge un’imposta dovuta il contribuente dovrà versare una sanzione per l’eventuale omesso o insufficiente pagamento delle imposte, punibile con la sanzione amministrativa pari al 30% di ogni importo non versato. Possibile anche in questo caso avvalersi del nuovo ravvedimento operoso.

Per l’omessa presentazione della dichiarazione dei redditi a scopo evasivo è inoltre prevista una pena con la reclusione da 1 anno e 6 mesi a 4 anni per imposte IRPEF e/o IVA fino a 50.000 euro. Oltre tale soglia scatta, il reato penale.

In caso di mancata presentazione dei redditi il Fisco ha tempo 5 anni per procedere con l’accertamento, mentre per le imposte sui redditi l’avviso deve essere notificato entro il 31 dicembre del quarto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione o omessa. Termini che vanno raddoppiati se vi sono elementi penalmente rilevanti, nell’anno in cui è stata commessa la violazione.

Ricordiamo che dal 2 settembre 2015, è entrato in vigore il nuovo regime del raddoppio dei termini, il quale prevede che il raddoppio dei termini possa essere operato solo se la violazione penale viene comunicata all’Agenzia entro il 31 dicembre del quarto anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione o, in caso di omessa presentazione, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo.

Vera MORETTI