Il Made in Italy si protegge anche con la tecnologia

Il Made in Italy, ormai è chiaro, è al centro di casi di contraffazione in tutto il mondo, e non solo dall’Asia, ma anche dall’Europa. Proprio dalla Germania venivano spediti pacchi di pasta spacciati per italiani e diretti a Dubai.

Ma si tratta solo di un esempio su tanti, troppi, che vogliono riprodurre l’italian sounding danneggiandolo pesantemente, e che creano un giro di affari di 90 miliardi di euro, con conseguente perdita di almeno centomila posti di lavoro, calcolati da Federalimentari.

Per combattere questa minaccia, anche la tecnologia può dare un importante sostegno, come accade per Authentico, una startup italiana che ha messo a punto un sistema per verificare l’autenticità di un prodotto alimentare attraverso la scansione del codice a barre.
Per poterlo fare, occorre scaricare la app, scansionare il codice a barre e scoprire così se si tratta di vero Made in Italy o di italian sounding.

In pochi secondi, dunque, è possibile verificare la provenienza del prodotto ed inviare, se necessario, un alert al sistema che procede poi ai controlli sul prodotto.
Dopo i controlli, si costruisce una community con un’area della app dedicata alle ricette che è possibile realizzare con i prodotti acquistati. In più è possibile acquistare online ed essere informati sulle promozioni.

C’è anche la proposta di FoodChain, dotato di un sistema che prevede che il produttore raccolga la materia prima, per poi registrare i dati di geolocalizzazione, il giorno, l’ora, foto e video, e grazie all’associazione con un codice univoco garantisce l’autenticità e l’origine delle materie prime.
Da qui in poi a ogni passaggio della lavorazione vengono raccolti e inviati i dati multimediali a FoodChain che li autentica e li memorizza.

Questo metodo permette di rendere le filiere più trasparenti e permette al consumatore di leggere il codice con il suo smartphone per consultare le informazioni raccolte durante il processo di produzione.

Anche Certilogo lavora da anni per proteggere e tutelare il Made in Italy, tanto che tra i suoi clienti ci sono brand come Versace e Diesel. Il sistema su cui si basa l’azienda è attivo dal 2006 e prevede l’assegnazione ai prodotti di un Codice Certilogo identificativo che protegge i marchi.
Si tratta di un codice human readable, in chiaro e leggibile, composto da 12 caratteri, solitamente preceduto dall’acronimo CLG.

Vera MORETTI