Franchising in crescita in Italia e all’estero

Il franchising si sta rivelando una formula sempre più di successo anche e soprattutto in Italia. con dati in continuo aumento, anche nel corso dell’anno appena passato.
Nel 2017, infatti, i negozi in affiliazione commerciale hanno generato un fatturato complessivo di 24,2 miliardi, con un incremento dello 0,9% rispetto al 2016.
Questi risultati sono stati raggiunti anche grazie ad una crescita dei franchisor attivi, che ad oggi sono 977, in aumento del 2,7% rispetto allo scorso anno, mentre il numero di imprese franchisee affiliate ha raggiunto quota 51.260 (+1%), come confermato dal Report dell’Osservatorio Federfranchising Confesercenti, diffuso in occasione dell’Assemblea Annuale 2018.

Il 2017 ha segnato anche un aumento dei franchisor italiani all’estero, che dal 2012 ad oggi ha registrato +8,7%.
Ovviamente, la ripresa dell’economia ha influito positivamente su questi dati e dovrebbe portare ad ulteriori incrementi nell’anno in corso. Si prevede infatti che nel 2021 si potrebbe superare i 25 miliardi di fatturato, le mille insegne e i 53mila negozi in affiliazione.

Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti, ha dichiarato in proposito: “Come dimostra puntualmente, il franchising è il settore di commercio e servizi che ha le maggiori chance di crescita. Uno sviluppo che, per forza di cose, avrà sempre più a che vedere con le moderne tecnologie: web, cloud, ma anche big data e automazione. E che il franchising, per definizione fatto di reti, è naturalmente strutturato per recepire. Il che non vuol dire che il processo di innovazione sia scontato: l’affiliazione commerciale riunisce imprese molto diverse tra loro per tipologia e dimensioni, e l’impegno di Confesercenti è quello di trovare le soluzioni giuste per ciascuna, trovando la giusta prospettiva di crescita nell’ambito degli investimenti ‘liberati’ dal piano Imprese 4.0”.

Alessandro Ravecca, presidente di Federfranchising Confesercenti, ha poi aggiunto, in merito all’internazionalizzazione: “Il problema attuale per i retailer italiani che vogliono svilupparsi all’estero non è quello della ricerca della location, ma è quello di trovare dei Master o Area developers con esperienza nel mercato di riferimento. Quindi bisogna concentrarsi su questo aspetto promuovendo incontri b2b con imprenditori che vogliono investire nel Made in Italy con aziende realmente italiane e presenti sul territorio nazionale, creando gruppi o consorzi di operatori che assieme si presentino nel mercato estero sfruttando al massimo le sinergie: possono essere nel food and beverage con delle offerte unite creando delle vere food court italiane oppure nella moda dando vita a strade dello shopping Made in Italy. Le opportunità sono molte: con l’ICE stiamo già collaborando per aprire alle insegne italiane le porte dei più importanti saloni di settore. Ma serve un maggiore sostegno diretto alle imprese”.

Vera MORETTI