Imprese ottimiste e pronte ad assumere

L’ultimo International Business Report di Gran Thornton ha evidenziato un ottimismo che circonda le imprese e il loro andamento negli affari, e le imprese italiane che fanno registrare dati da record.
In particolare, sono ancora in aumento le assunzioni, ma, nonostante questo dinamismo crescente, gli investimenti in tecnologia sono ancora molto pochi.

Dal Documento si legge: “I livelli di ottimismo record registrati a livello mondiale (58% netto) si tradurranno in maggiori assunzioni da parte delle imprese per far fronte alla mole di ordinativi”, dicono gli esperti. “La percentuale di imprese che prevedono assunzioni è infatti ai livelli più alti dell’ultimo decennio. Tuttavia, dal momento che gli indicatori economici stanno potenzialmente arrivando al picco del ciclo economico, le imprese dovrebbero prendere decisioni di investimento più equilibrate e tentare di incrementare la produttività”.

Queste previsioni derivano da un’indagine effettuata sulle imprese, le quali, per il 40%, hanno dichiarato di avere intenzione di assumere entro la fine del 2018. Il 36% prevede di incrementare gli investimenti in impianti e macchinari (contro il 33% dello scorso anno) e l’ottimismo globale ha toccato il livello più alto mai registrato dall’IBR (il 58%).
Record anche per le imprese che prevedono un incremento dei prezzi (36%) e della redditività (50%).

L’Italia dimostra di essere ottimista ma i valori rimangono inferiori: ottimismo al 24%, contro il 12% dello scorso anno, e il 28% degli imprenditori prevedono di reclutare nuovo personale, dato in leggero calo rispetto all’anno scorso (30%). Per quanto riguarda gli investimenti in tecnologia, il dato è in linea con la media globale e si attesta al 44% delle imprese italiane, in calo rispetto al 2016 (70%). Per quanto riguarda i ricavi, il 48% delle imprese italiane è fiduciosa che aumenteranno, posizionandosi leggermente sotto la media europea (50%)

Alessandro Dragonetti di Bernoni Grant Thornton ha commentato i dati della ricerca e ha ricordato che “puntare sulla forza lavoro è soltanto una soluzione temporanea. Man mano che i livelli di disoccupazione calano, diventerà sempre più difficile avere la quantità e qualità di personale necessario per mantenere e aumentare la produttività. Si dovrebbe invece puntare su una maggior efficienza dei processi. Se stanno aumentando solo marginalmente gli investimenti in impianti e macchinari, gli investimenti in tecnologia sono addirittura in calo rispetto al trimestre precedente. Questo cambio di tendenza – un allontanamento dalla tecnologia a favore il capitale umano – è una potenziale causa di preoccupazione in un momento in cui la tecnologia offre alle imprese il principale fattore competitivo. Il Piano Industria 4.0 sembra esaurire gli effetti benefici sugli investimenti in tecnologia; ciò non toglie che innovazione e tecnologia possono ancora essere i pilastri del rilancio economico italiano a patto che siano uniti a progetti di formazione di eccellenza e a un approccio scientifico nell’organizzazione aziendale”.

Vera MORETTI