Mercati esteri sempre più cruciali per il cibo Made in Italy

La Business School del Sole 24 Ore ha organizzato il Master Food&Wine Management, al quale è intervenuto anche Gianpiero Calzolari, presidente del Gruppo Granarolo, il quale, interrogato sulle possibilità dei mercati, pensando soprattutto all’export di cibo italiano, ha senza alcun dubbio posto l’accento sull’importanza dell’internazionalizzazione.

Considerando, in particolar modo, la valenza del Made in Italy nel mondo, visto come simbolo assoluto di qualità ed eccellenza, e tenendo presente le offerte quantomai variegate che l’Italia può offrire, a livello artigianale e tradizionale, rimane di basilare importanza saper vendere il buono che si produce. E non si tratta di qualcosa di così semplice da imparare, perchè spesso ci si scontra con una mentalità che ancora non si è messa al passo con i tempi.

Le parole di Calzolari sono state chiare: tra le competenze che l’Italia deve avere per promuovere al meglio, ad esempio, la sua produzione alimentare, c’è sicuramente la capacità di innovare ma anche la conoscenza delle strategie di Export Management, poichè la scienza della produzione alimentare, se studiata a fondo e messa in atto con le giuste competenze, può contribuire a dar vita a nuovi prodotti.

Questo risulta indispensabile anche considerando all’importanza che si dà al cibo, anche quando riguarda la salute: se il cibo è buono, infatti, diventa fonte di benessere e in grado di prevenire alcune malattie. Questa caratteristica è in grado di conquistare anche i mercati più sofisticati, anche se ad oggi le mete e i mercati fortemente in fermento sono quelli di Cina ed Africa.

Vera MORETTI