Italia Comfidi-Confesercenti: quasi 5 mld garantiti alle piccole imprese

Nell’assemblea di Italia Comfidi, la società consortile per il credito di Confesercenti, tenutasi a Firenze il 12 luglio scorso, il presidente Massimo Vivoli nella sua ampia relazione ha posto l’attenzione su molti punti caldi: “In una fase congiunturale di forti tensioni per i fatturati che crollano – ha detto Vivoli –, i crediti commerciali che si fatica sempre di più ad incassare, le spese di esercizio che corrono, le esigenze di investimento e d’innovazione, il ruolo svolto da Italia Comfidi con i suoi quasi 5 miliardi di fidi garantiti ha risposto ad una quota di mercato pari ad un quarto dell’intero ammontare dei crediti garantiti dal complesso dei confidi del nostro Paese“. Italia Comfidi è il principale Confidi del settore terziario per numero di soci e per finanziamenti garantiti. Nato a fine 2009 per iniziativa di Confesercenti dalla fusione per incorporazione di Toscana Com-Fidi con importanti consorzi dei distretti economici del Nord, ha sede e Direzione Generale a Firenze.

Vivoli ha poi aggiunto: “Il sistema Confidi, nel suo insieme, si è dimostrato di particolare rilevanza esaltando pienamente la validità dello strumento nel rapporto fra la banca e la piccola impresa. Infatti, i Confidi hanno consentito di attenuare gli effetti negativi della crisi, sia in termini di disponibilità che di costo del credito. In base ad alcuni dati resi noti dalla Banca d’Italia, a fine 2009 su un totale di 142 miliardi di euro di prestiti accordati alle imprese di minori dimensioni, oltre il 13% risultava assistito dalla garanzia di un Confidi; percentuale che nella regione Toscana sale al 15.8%“.

La stessa indagine da cui sono stati tratti i dati resi noti da Vivoli ha infatti messo in evidenza come, nel periodo 2007-2009, mentre il totale del credito accordato alle aziende di minori dimensioni su base nazionale ha subito una flessione annua media dell’1,4%, quello delle imprese assistite dai Confidi è risultato in crescita del 2,1% per arrivare addirittura al +4,4% per le imprese garantite dai Confidi nella Regione Toscana e questo in contemporanea ad un contenimento dei tassi praticati dalle banche inferiori di 8 decimi di punto rispetto a quelli applicati sui crediti delle imprese non garantite.
È proprio in considerazione di ciò – ha aggiunto Vivoliche torno ancora una volta a sostenere l’inderogabilità di adeguati interventi pubblici di sostegno nei confronti dei Confidi per poter continuare a svolgere ancora in maniera più significativa la nostra missione. Interventi che debbono essere effettuati a tutti i livelli, a partire da una normativa di sostegno centrale da implementare a livello regionale, locale, camerale“.
 
Nel corso dell’esercizio – ha poi aggiunto Aleandro Manetti, Amministratore Delegato di Italia Comfidi – sono state effettuate più di 14mila operazioni di nuovi finanziamenti per un importo complessivo di un miliardo e 107 milioni, dei quali il 39% per operazioni di breve termine ed il 61% per mutui chirografari o ipotecari ed operazioni di leasing. Lo stock complessivo delle garanzie del nostro confidi passa da 2 miliardi e 175 milioni a 2 miliardi e 470 milioni; oltre il 70% delle imprese con sede nelle quattro regioni di appartenenza dei confidi originari edoltre il 50% del totale ad imprese in Toscana“. Manetti ha poi concluso: “Nel sistema associativo che fa riferimento a Confesercenti, l’operazione ha consentito l’aggregazione dei quattro principali Confidi, tutti sopra la soglia di accesso per l’iscrizione obbligatoria al 107 del TUB, tre dei quali difficilmente avrebbero potuto conseguire le condizioni minime di carattere organizzativo, e due anche patrimoniali, richieste dalla normativa in atto. Ciò invece è stato realizzato con evidenti vantaggi generali in termine di investimenti richiesti nell’immediato e di futuri possibili risparmi sui costi di esercizio. L’aggregazione è stata fortemente voluta dai vertici nazionali di Confesercenti nella consapevolezza che i Confidi sono oggi chiamati a confrontarsi con standard normativi e strutturali più elevati, imposti dalle mutazioni intervenute nel mercato del credito“.