“Con l’approssimarsi della prima scadenza relativa alla comunicazione telematica delle operazioni con i cosiddetti “Paesi black list” – scrive Siciliotti – riteniamo opportuno che l’Agenzia delle Entrate valuti una proroga del termine, al fine di evitare che una così importante novità cominci la propria “avventura” in un contesto di molti dubbi operativi e di assai forte disaffezione da parte degli operatori”.
Nella lettera Siciliotti ricorda soprattutto che “il Consiglio nazionale dei commercialisti si sia speso e si spenda nella sensibilizzazione della pubblica opinione rispetto a pratiche fiscali scorrette, a cominciare da quelle che presuppongono un utilizzo distorto della localizzazione di soggetti giuridici in Paesi che fanno dell’opacità finanziaria il fondamento della propria appetibilità, a tutto danno dei Paesi trasparenti”. I commercialisti, prosegue Siciliotti, “ritengono un sacrificio accettabile, per i contribuenti ed in primis per noi che li assistiamo, l’obbligo di comunicazione telematica delle operazioni con i c.d. “Paesi black list”, introdotto dal DL 40/2010”.
Siciliotti sottolinea però anche come le linee interpretative finora fornite sulla materia dall’Agenzia delle Entrate “pur affrontando in modo adeguato molti punti della disciplina, non hanno dissipato tutti i dubbi che, quotidianamente, vengono segnalati dalla stampa specializzata e sono in larga parte condivisi dal nostro ufficio studi”. “Penso – scrive ancora Siciliotti – a mero titolo esemplificativo, alla nozione di “operatore economico”, ai rapporti tra stabili organizzazioni e casa madre, alle note di variazione IVA che insistono su periodi di riferimento diversi da quelli delle fatture che vanno a rettificare”.
Inoltre, anche per quanto concerne i punti adeguatamente chiariti dall’Agenzia, non si può non rilevare, secondo Siciliotti, come la Circolare sia stata diramata soltanto il 21 ottobre scorso. Troppo a ridosso della scadenza, per i commercialisti, se si considera l’elevata complessità della materia in questione.
A questo punto rimaniamo in attesa di una (rapida) risposta da parte dell’Agenzia delle Entrate.
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