Categories: Baracca&Burattini

La crisi politica rischia di lasciare sole l’Italia e la sua economia

di Gianni GAMBAROTTA

I numeri sono quelli che sono. Lo spread fra il bund tedesco e i titoli di Stato italiani ha ormai superato i 2,4 punti. Peggio di noi sta la Spagna (ma di poco) e, in ordine crescente, il Portogallo, l’Irlanda e la Grecia. Il che vuol dire due cose. La prima: collocare sui mercati il debito pubblico italiano sarà sempre più difficile e costoso. E trattandosi di un debito di oltre 1800 miliardi di euro, si capisce che la vicenda è assai delicata. La seconda: la speculazione finanziaria internazionale, prima o poi, rischia di affacciarsi anche dalle nostre parti.

L’estate scorsa ha colpito la Grecia, provocando una crisi quasi fatale dell’euro. Ora si è concentrata sull’Irlanda, sta assaggiando il Portogallo e prende le misure anche alla Spagna. E soprattutto la speculazione sta a guardare quale sarà la reazione dell’Europa, se interverrà a difesa dei Paesi deboli o se lascerà che le cose vadano seguendo un corso naturale. Con particolare attenzione vengono seguite le mosse della Germania: le banche tedesche sono le più esposte verso l’Irlanda, così come lo erano con la Grecia. Comunque, in questa aria di crisi permanente e di potenziale caos monetario, l’Italia è tenuta sotto stretta vigilanza. Sia per l’enormità del suo debito (il terzo al mondo, ma l’Italia non è la terza economia mondiale), sia per la situazione politica in cui Roma è finita e che viene guardata con crescente sospetto dalla finanza internazionale.

Lo scenario non incoraggiante. È vero che i contendenti politici hanno trovato, per lo meno, l’accordo per far passare la Finanziaria. Ma poi? Molto probabilmente si andrà alle elezioni anticipate che si terranno a marzo-aprile. Quindi per quattro-cinque mesi il Paese affronterà una delle campagne elettorali più dure della sua storia recente e tutti saranno concentrati a vincere le elezioni, a qualsiasi costo. Nessuno darà un’occhiata a quello che succede nel mondo, sui mercati. E se la bufera monetaria aumenterà di intensità (evento per nulla improbabile) chi prenderà, assieme agli altri Paesi europei, delle misure per contrastarla? Un premier e un ministro dell’Economia dimissionari e impegnati (soprattutto il primo) in estenuanti comparsate tv, comizi, incontri per conquistare consensi e voti?

Così l’Italia e la sua economia saranno lasciate da sole, le decisioni che contano saranno prese altrove. Ci si sveglierà a marzo-aprile con un Parlamento nuovo, passerà ancora parecchio tempo per formare un governo. E poi ci si occuperà del debito, dell’aumento degli spread. Sperando non sia troppo tardi.

Redazione

Recent Posts

Immobili in vendita: la mazzata è colossale, 18.000€ di multa se manca il nuovo attestato | Ti silurano il conto

Multa da 18.000 € per un foglio mancante. Ecco perché vendere casa senza questo documento…

15 ore ago

La malattia colpisce tutti: ritorno dalle ferie devastante per migliaia di italiani | Ecco i primi sintomi

Migliaia di italiani colpiti al rientro dalle ferie. Una “malattia” si sta diffondendo: ecco i…

21 ore ago

Divieto di sosta, in questa città è stato abolito definitivamente: parcheggia dove vuoi | La multa non ti arriva mai

Trovare parcheggio è ormai un’impresa. Ma in una città italiana, qualcosa è cambiato all’improvviso: abolito…

2 giorni ago

Accertamenti in corso Entrate: se hai usufruito di questo bonus fai attenzione | Stanno richiedendo indietro l’intero importo

L’Agenzia delle Entrate ha avviato nuovi controlli sui bonus: molti contribuenti stanno ricevendo richieste inaspettate.…

2 giorni ago

Vuoi entrare in Polizia? Facilissimo, da ora ti prendono in ordine di arrivo, unico requisito: avere la PEC

Vuoi entrare in Polizia? Basta una PEC: aperto il concorso, e stavolta conta anche l’ordine…

3 giorni ago

Leroy Merlin, da ora l’elettricità è gratis se installi il suo nuovo kit plug and play | Cancella subito il numero dell’Enel

Addio sorprese in bolletta: con questa novità di Leroy Merlin bastano pochi minuti per cambiare…

3 giorni ago