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Edilizia: un imprenditore su tre non riesce ad avere accesso al credito

Secondo un’indagine condotta sulle imprese Ance si evidenzia che il credito per le imprese del settore edilizio è ancora cosa molto difficile e ben un imprenditore su tre dichiara forti difficoltà ad accedere ai finanziamenti. Nel Sud e nelle Regioni si raggiungono picchi del 50% di imprenditori che denunciano un freno al credito. Inoltre, a soffrire di più sono le piccole imprese, con un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro. Il problema di liquidità, sottolinea l’associazione dei costruttori, sconta anche la difficoltà di vedere soddisfatti i propri crediti verso la pubblica amministrazione. “Il sistematico ritardo nei pagamenti – spiega l’Ance – ha sottratto liquidità alle imprese di costruzione impegnate nella realizzazione delle opere pubbliche. In alcuni casi è la sopravvivenza stessa delle imprese che viene messa a rischio dalla sottrazione di risorse finanziarie determinata dai ritardi. In molti altri, la mancanza di certezza nei tempi di pagamento impedisce agli operatori economici di procedere all’indispensabile programmazione delle proprie attività”. Quasi la metà delle imprese Ance denuncia ritardi medi che superano i 4 mesi oltre i termini contrattuali, con punte di ritardo che toccano i 2 anni. Sono soprattutto le imprese più piccole a incontrare difficoltà nel riscuotere i crediti vantati.

Un altro elemento di difficoltà segnalato dall’Ance è dato “dal progressivo disimpegno dello Stato nella realizzazione delle opere pubbliche, testimoniato dal calo di risorse stanziate per nuove infrastrutture”. Dall’analisi del disegno di legge di stabilità 2011 emerge una riduzione del 14% rispetto all’anno precedente, “un calo pesante che si somma a quelli altrettanto significativi registrati nel 2009 (-13,4% rispetto al 2008) e 2010 (-9,8%)”. Complessivamente, secondo l’associazione, le risorse per nuove infrastrutture sono diminuite del 30% nel triennio 2009-2011. Accanto a questo si registra una concentrazione delle risorse per infrastrutture in pochi capitoli di spesa. Il disegno di legge di stabilità per il 2011, osserva l’Ance, “non prevede inoltre alcun contributo in conto capitale per l’Anas. La mancanza di fondi ordinari per l’ente stradale blocca la continuità delle risorse necessarie per la programmazione, la realizzazione e la manutenzione di nuove opere, per lo più di piccola e media dimensione. Da segnalare anche i tagli alle risorse per l’edilizia sanitaria (-1,8 miliardi di euro nel biennio 2011-2012 rispetto alle previsioni) e alle Ferrovie dello Stato (-922 milioni nel triennio 2011-2013)”. Infine per l’Ance, la diminuzione degli stanziamenti per nuove infrastrutture a livello nazionale si accompagna a una progressiva riduzione degli investimenti locali.

Redazione

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