Un attacco speculativo contro l’Italia? Occhio, non è solo fantapolitica

di Gianni GAMBAROTTA

E’ uscito da poco “La sostanza del bianco“, libro edito dal Gruppo 24 Ore. E’ un thriller finanziario firmato da John Stitch, pseudonimo di Claudio Scardovi, professore della Bocconi, ex Lehman Brothers, oggi consulente di grandi gruppi italiani e internazionali. E’ un libro che vale la pena di leggere, sperando che quello che racconta, e che sembra del tutto verosimile, non si trasformi in una realtà cronistica di un domani molto prossimo.

Stitch-Scardovi immagina che un gruppo di finanzieri in qualche Paese orientale veda nelle attuali difficoltà dell’Occidente, ancora in preda alla grande crisi iniziata nel 2008, l’occasione per realizzare degli utili stratosferici, giocando contro alcuni Stati. Questi speculatori, che godono dell’appoggio dei loro politici di riferimento desiderosi di diventare i nuovi leader del pianeta, lanciano un attacco contro l’euro, la valuta nata una decina di anni fa e che non è ancora riuscita ad assicurarsi un ruolo solido. E per centrare il bersaglio, pensano di incominciare a muovere contro l’Italia, il ventre molle del sistema europeo.

Si tratta di un romanzo di fantapolitica, certamente. Ma l’autore non ha dovuto lavorare troppo di fantasia per immaginare la trama. Forse non ci saranno oscuri personaggi che, con l’avallo o la regia di spregiudicati politici, preparano una congiura per assicurarsi la supremazia mondiale. Però, che sia in atto una sorta di guerra globale combattuta attraverso le monete è indubbio, basta vedere che cosa sta succedendo fra Stati Uniti e Cina: Washington che continua a chiedere con insistenza una rivalutazione dello yuan e Pechino che, ostinatamente, la rifiuta.

Quando ci sono guerre in vista (o in corso) sono normalmente i vasi di coccio i primi a rimetterci. E questo, purtroppo, è lo stato in cui si trova l’Italia. Il Paese, come ha scritto anche lunedì scorso sul Corriere della Sera il professor Francesco Giavazzi, ha due problemi: il primo è costituito dal più alto debito pubblico d’Europa; il secondo da un’economia che cresce meno della media dell’Europa. Non è vero che l’Italia, nella crisi, abbia fatto meglio dei suoi partner: ha perso più punti di crescita di Germania, Francia, Inghilterra; ha avuto performance migliori solo rispetto a Spagna, Grecia, Portogallo.

Se la situazione non cambierà, se non riuscirà a recuperare – e in fretta – la strada della crescita, l’Italia non riuscirà a migliorare il rapporto debito/pil. Il mercato vede chiaramente questa difficoltà e le sta puntando contro. Il differenziale di tassi fra titoli pubblici italiani e tedeschi in continuo aumento ne è la conferma. Speriamo che Stitch-Scardovi non abbia buone qualità di futurologo.

A Terni e Perugia un serio contributo alle imprese ed ai professionisti che assumono disoccupati

La Regione Umbria e le Province di Perugia e Terni, erogheranno contributi per sostenere ed incentivare l’inserimento occupazionale dei disoccupati.

A beneficiare del bando potranno essere imprese e consorzi, associazioni, fondazioni cooperative, liberi professionisti in forma individuale, associata o societaria, altri soggetti ed organismi di natura privata. I datori di lavoro che intendono presentare domanda di contributo devono:

  • essere in possesso di Partita IVA e/o essere iscritti alla Camera di Commercio;
  • avere la sede o almeno una unità operativa in Umbria;
  • effettuare l’assunzione nella sede/unità operativa localizzata nel territorio regionale;
  • non aver effettuato nell’anno precedente e in quello in corso, licenziamenti individuali o plurimi;
  • non avere in corso, all’atto della domanda di contributo, procedure di CIGS;
  • non aver commesso violazioni rispetto agli obblighi relativi al pagamento di imposte e tasse, secondo la legislazione italiana;
  • accettare il sistema dei controlli, anche in loco, come previsto dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale;
  • trovarsi nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essendo sottoposti a procedure concorsuali né ad amministrazione controllata;
  • devono dichiarare che, nei propri confronti, non sussistono cause di divieto, decadenza o sospensione;
  • devono dichiarare di non essere sottoposti ad alcuna misura di prevenzione e di non essere a conoscenza dell’esistenza, a proprio carico, di procedimenti in corso;
  • devono dichiarare che non sussistono le cause di esclusione, di non essere destinatario di sanzioni interdittive (anche limitative).

Inoltre i datori di lavoro devono essere in regola: con l’applicazione del CCNL; con il versamento degli obblighi contributivi ed assicurativi; con la normativa in materia di sicurezza del lavoro; con le norme che disciplinano il diritto al lavoro dei disabili; con tutte le normative in materia di lavoro in genere; con il Regolamento (CE) n.800/2008; con le norme vigenti sugli aiuti di Stato, in caso di assunzione di lavoratori non “svantaggiati”.

Sono finanziabili le seguenti azioni:

  1. assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato, sia full time che part time, di soggetti disoccupati/inoccupati iscritti ai Centri per l’Impiego della regione Umbria che, alla data di presentazione della domanda, non siano percettori di alcun ammortizzatore ordinario, straordinario o in deroga che dia luogo ad indennità economica, o che lo abbiano esaurito.
  2. trasformazioni di contratti di lavoro da tempo determinato inferiore a dodici mesi che consentono il mantenimento dello stato di disoccupazione, a tempo indeterminato, sia full time che part time.

Il contributo sarà pari a € 4.500,00 per ciascuna assunzione/trasformazione purché il relativo contratto di lavoro preveda un orario settimanale pari o superiore al 75% dell’orario settimanale stabilito come ordinario dal CCNL. In ogni caso, per poter usufruire del contributo, il part-time non potrà essere inferiore alle 20 ore settimanali. In caso di assunzione/trasformazione con contratto a tempo indeterminato part-time che preveda un orario settimanale inferiore al 75% dell’orario settimanale stabilito come ordinario dal CCNL, il contributo verrà proporzionalmente ridotto.

I soggetti interessati dovranno inviare domanda di contributo (a seconda della provincia di appartenenza), entro il 31 dicembre 2011, ai seguenti indirizzi:

  • Provincia di Perugia – Ufficio archivio | Via Palermo, 106 – 06129 – Perugia
  • Centro per l’Impiego di Terni | Via A. Floriano, 16 – 05100 – Terni

 

Regiostar: in Toscana sono tutti d’accordo sull’alta velocità che unisce le città

La tratta Firenze – Pisa in 49 minuti, quella Firenze – Arezzo in 48. Sono i numeri del servizio Regiostar avviato da poche ore in Toscana. In movimento sulle tratte regionali 8 coppie di treni in più. Un servizio che piace alle Camere di Commercio toscane perché rende le città della Regione più vicine. All’indomani del varo del servizio Regiostar, il Presidente Pacini ha così commentato: “La Regione con il nuovo Regiostar offre ai pendolari, ai turisti ed ai lavoratori un veloce e necessario servizio. Questo avvio è un fatto importante, perchè consente di collegare ad esempio l’Aeroporto di Pisa con Firenze in tempi ridotti ed accettabili. È come una prima rete dell’alta velocità in Toscana, che fino ad oggi risultava interessata solo dalla dorsale passante per Firenze. Con la direttrice verso Pisa e quella verso Arezzo e Chiusi, invece si è creata questa prima rete utilizzabile da tutti i cittadini. Nodi ferroviari importanti come Firenze e Pisa devono avere una loro priorità all’interno di un sistema che deve essere sviluppato per favorire il trasporto pubblico di chi studia e lavora nella nostra regione. Pertanto, come Camere di Commercio toscane, non possiamo che valutare in maniera estremamente positiva questa iniziativa”.

Pranzo di Natale? Quasi 5 milioni di italiani mangeranno a ristorante. Ottimo giro d’affari per i ristoratori

Secondo la Fipe, la Federazione dei pubblici esercizi, saranno quasi cinque milioni gli italiani che si riverseranno nei 54.863 ristoranti aperti nel giorno di Natale per il tradizionale pranzo del 25. Il giro d’affari per i ristoratori si aggira attorno ai 217 milioni di euro.

Quest’anno il pranzo di Natale sarà all’insegna delle ricette tradizionali regionali. I ristoranti che stanno proponendo le ricette popolari perdute e rivisitate in chiave moderna hanno colto proprio questo spunto per proporre un Natale originale e all’insegna dell’italianità. Tanto è vero che anche i ristoratori che non si avventurano nelle ricette storiche, prevedono comunque di offrire ai clienti un menu meno esotico e più stagionale: l’ananas lascia il posto alle arance; legumi e ortaggi compariranno in maniera forte; la carne va più del pesce,anche se di allevamento. Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe, spiega: “Il Natale è la festa della famiglia per definizione  e il ristorante è il posto più adatto per accogliere le grandi tavolate di parenti ed amici con lo stesso calore della casa. Con queste ricette storiche rivisitate si sta aprendo una nuova fase rinascimentale della cucina”. La scelta culinaria dei ristoranti sembra essere stata apprezzata dai consumatori che hanno già fatto registrare il tutto esaurito in molti locali.  Ma quanto costerà mangiare fuori il giorno di Natale? Il prezzo medio per un pranzo composto da antipasto, due primi piatti, due secondi, contorni di stagione, dolci natalizi, caffé, bevande costerà in media 43,50 euro, appena l’1,2% in più del 2009. Rispetto allo scorso anno cresce il numero di chi consumerà il pranzo di Natale nei 60mila ristoranti aperti da nord a sud della penisola. Forti anche di alcune iniziative di intrattenimento (la presenza di Babbo Natale nel locale e i menu bambini, per esempio), i 5 milioni di italiani che andranno al ristorante rappresentano un aumento del 2,8% di clientela rispetto al 2009.

Spendere 45 milioni in un weekend, a Milano succede. Acquisti di Natale: arriva il picco di dicembre.

Secondo un sondaggio della Camera di commercio di Milano realizzato attraverso Digicamere, nel weekend appena trascorso, si stima che i milanesi abbiano speso 45 milioni di euro, è il dato più alto di tutto il mese. In percentuale rappresenta il 14% circa di tutta la spesa natalizia della città meneghina, anche se il picco assoluto è stato registrato oltre un mese prima della festività: i milanesi sono quindi molto previdenti per gli acquisti di Natale.

La crisi si sente ancora per circa sei milanesi su dieci (58,1%), dato inferiore alla media nazionale del 66%. Ma solo un milanese su venti (4,5%) non festeggerà. I motivi riguardano, nella maggior parte dei casi, il non essere credenti o l’avere un’altra religione, più raramente a causa della solitudine (8,3%) o per problemi di salute.

Pasticcerie piccole e grandi, a Firenze questo Natale calano le vendite di dolciumi

In calo rispetto al 2009 (-5%) i consumi dei dolci natalizi secondo un’indagine che l’Ufficio Studi di Confartigianato Firenze ha realizzato su un campione rappresentativo delle 526 pasticcerie, panetterie e cioccolaterie artigianali presenti a Firenze e provincia. Sostanzialmente stabili, invece, i prezzi che oscillano tra i 16 e i 27 euro/kg per i panettoni, dai 12 ai 25 per i pandori e dai 18 ai 29 per i ricciarelli. ”Le imprese artigiane si sono sforzate di non ritoccare i prezzi al rialzo – spiega Giovanni Guidarelli, coordinatore del settore Alimentazione di Confartigianato – nonostante il continuo aumento del costo delle materie prime, delle spese fisse e delle tariffe. Tuttavia, questo sforzo che gli artigiani hanno deciso di adottare perchè consapevoli che la crisi (da cui sono duramente colpiti) può essere superata solo facendo ripartire i consumi, non sufficiente a far fronte alle difficoltà economiche delle famiglie che continuano a frenare le spese”. ”La concorrenza della grande distribuzione, che applica prezzi sensibilmente inferiori sui prodotti industriali (si va dai 5 agli 11 euro per i panettoni e dai 4 ai 10 euro per i pandori), sicuramente non aiuta la piccola produzione artigianale – aggiunge Federico Conti, Presidente della Federazione Alimentazione di Confartigianato Imprese Firenze – La speranza che il trend si inverta nel corso della prossima settimana, quella di Natale, in cui, da alcuni anni, si stanno concentrando le vendite del settore”. Da sempre dalla parte della qualità e dei consumatori, Confartigianato raccomanda la massima attenzione per l’etichetta che garantisce la tipicità dell’acquisto e consente la certezza di comperare un prodotto artigianale. Panettoni e pandori artigiani, per chiamarsi tali, devono infatti contenere solo farina, uova, zucchero, burro, uva sultanina, frutta candita, lievito naturale, aromi naturali. In aggiunta, sono consentiti miele, vaniglia e cioccolato. I prodotti che non rispettano queste composizioni devono quindi essere commercializzati con nomi diversi, come Dolce di Natale. A Firenze e provincia, la vendita di panettoni (57% del totale) supera quella dei pandori. Dopo anni di sperimentazioni, le famiglie tornano alla tradizione: la specialità che sta infatti riscuotendo maggiore successo e gradimento presso i consumatori il classico panettone senza farciture.

fonte: Ansa

Vibo Valentia: ultimi giorni per partecipare al bando della CCIAA che agevola l’accesso al credito

Sono ancora pochi i giorni rimasti le imprese di Vibo Valentia per accedere alle agevolazioni previste dal bando pubblicato dalla Camera di Commercio lo scorso 30 luglio nell’ambito del progetto di cui all’Accordo MISE – Unioncamere “Strumenti per favorire l’accesso al credito ed i finanziamenti alle microimprese, prevenire il fenomeno dell’usura e rafforzare le capacità gestionali economico-finanziarie delle microimprese”. Il prossimo 31 dicembre 2010 scadranno infatti i termini per la presentazione delle domande che, si ricorda, verranno esaminate ed istruite secondo l’ordine cronologico di ricevimento e fino ad esaurimento del Fondo Mise, costituito per la somma di euro 160.000 e che, ad oggi, presenta ancora disponibilità.

Il Fondo è destinato all’abbattimento parziale degli interessi debitori – che matureranno sui finanziamenti erogati alle imprese beneficiarie – e alla copertura della garanzia rilasciata dai Cofidi. Allo scopo la Camera di Commercio di Vibo Valentia ha sottoscritto con Artigianfidi Calabria soc.coop.a r.l. e Cofidi Calabria – Consorzio Garanzia Fidi, apposite convenzioni che prevedono il rilascio di garanzia fino al 65% (elevabile, a discrezione, dei Confidi fino all’80%) dell’importo del finanziamento concesso dagli Istituti di credito aderenti all’iniziativa, finanziamento che potrà variare da un minimo di 5.000 euro fino ad un massimo di 20.000 euro. La  Camera di Commercio riconoscerà  sui finanziamenti concessi, alle condizioni e con le modalità delle citate Convenzioni, un contributo in conto interessi nella misura massima del 50%. Le domande di finanziamento dovranno essere presentate, a mezzo Raccomandata A/R, alla Camera di Commercio di Vibo Valentia  redatte su apposito modello, (reperibile, così come il bando, sul sito dell’Ente camerale), e corredate dalla documentazione richiesta. Al bando possono accedere le microimprese  appartenenti a tutti i settori economici (industria, commercio, servizi, artigianato, turismo ed agricoltura) con sede/unità locale nella provincia di Vibo Valentia alla data del 30 luglio 2010 e per interventi relativi a: investimenti strumentali all’attività dell’impresa; opere murarie di ripristino immobili aziendali e rifacimento e/o adeguamento a norma di impianti; consolidamento del debito a breve termine; riqualificazione organizzativa/gestionale.

Milanesi, Romani, Napoletani: ufficio, volontariato, palestra…ecco la giornata tipo dell’italiano medio

Vi proponiamo un simpatico sondaggio realizzato dalla Camera di Commercio effettuato in tre città italiane, Milano, Roma e Napoli. Lo scopo è quello di provare a ricostruire la giornata tipo degli italiani. L’italiano medio trascorre un’ora e dieci per mangiare, sei per dormire, venti minuti per lo sport. Fast food per i milanesi, basta meno di 1 ora al giorno per il 74% contro il 72,8% nazionale, più precisamente 1 ora e 5 minuti, contro 1 ora e 10 di media nazionale; comunque nel Paese della dieta mediterranea solo 1 su 4 resta a tavola oltre 2 ore. Sonni migliori per i romani, l’11,5% dorme oltre otto ore contro una media italiana del 9,5% e per i napoletani, il 90% si concentra nella fascia 4 – 8 ore contro una media nazionale dell’88%. Ma gli abitanti di Roma si trattengono anche più a lungo in ufficio, per il 23% oltre 8 ore contro una media del 19,3%. Più impegnati a imparare nella capitale, dove 1 ora e 40 minuti vengono trascorsi sui libri (1 ora e mezza la media nazionale), a Milano però il 37% studia o legge tra le 2 e le 4 ore al giorno (media italiana 32,8%). I romani i più sportivi: il 30,5% svolge ogni giorno fino a 1 ora di attività fisica e ben l’11% da 2 a 4 ore (contro il 28,3% e il 5,8% in media in Italia). Meno uscite con gli amici e più volontariato per i milanesi (il 39% non dedica per nulla tempo agli amici contro il 34% in Italia) e il 14% è impegnato da 2 a 4 ore nelle onlus (rispetto alla media italiana del 10%). Meno volontariato e più amici invece per i napoletani (68% non dedica tempo ad attività per aiutare il prossimo, ma il 19% dedica da 2  a 4 ore al giorno per le uscite con gli amici), anche se sono i romani a dedicare più tempo alle persone care: 55 minuti al giorno (15 in più rispetto ai milanesi), ma solo 20 al volontariato.

Gli abitanti della capitale risultano invece più interessati alle attività culturali (da 2 a 4 ore per il 16,5%, rispetto al 11,2% di media nazionale). I maggiori fruitori dei media sono i cittadini milanesi, il 26,5% infatti vi dedica da 4 a 8 ore al giorno, contro una media nazionale del 18%, quasi 1 ora in più dei napoletani (3 ore e 40 contro 2 ore e 45).

Saranno imprenditori: allo studio una legge per agevolare le nuove imprese di cassintegrati e precari

Una proposta di legge approdata alla Camera proprio negli scorsi giorni si propone di incentivare i cassintegrati ad intraprendere un propria attività imprenditoriale. Il testo infatti prevede una tassazione ridotta, credito d’imposta e un sostegno finanziario diretto per quei lavoratori che entro la fine del 2011 avviano un’azienda. La proposta stabilisce, inoltre, l’esenzione dalle imposte nel caso in cui il neo-imprenditore decida di assumere dipendenti che sono soggetti ad ammortizzatori sociali ed inserirli in organico per un periodo di almeno 2 anni. Possono diventare imprenditori i cassaintegrati ma anche i lavoratori in mobilità, i destinatari di contratti di solidarietà e di indennità ordinaria di disoccupazione non agricola. Fino a dicembre 2011 la nuova attività è sperimentale. A lavorare alla proposta di legge sono stati 13 parlamentari campani.

Secondo la proposta di legge, i cassintegrati che andranno ad intraprendere un’attività imprenditoriale potranno contare su un sostegno per ottenere credito a condizioni vantaggiose dalle banche mediante l’utilizzo delle garanzie concesse dai fondi antiusura attivati presso i Confidi. Inoltre il neo-imprenditore potrà conservare per tutta la durata della fase sperimentale il 50% dell’indennità prevista per l’ammortizzatore sociale di cui beneficia. Se l’imprenditore assumerà personale nelle sue stesse condizioni( cassintegrati, lavoratori in mobilità, destinatari di contratti di solidarietà) non pagherà i contributi previsti dalla legge fino al termine del 2011. Inoltre per l’acquisto di attrezzature informatiche da impiegare all’interno dell’azienda otterrà un credito d’imposta del 40%. La normativa prevede anche un bonus fiscale di cinquemila euro al massimo per le attività di formazione professionale svolte dall’imprenditore o dai suoi dipendenti durante la fase sperimentale e attiva una linea agevolata di finanziamento presso la Cassa Depositi e Prestiti.

Con questa proposta di legge ai cassintegrati si offre l’opportunità di uscire dal precariato ed intraprendere un’attività produttiva in proprio senza però perdere, nella fase sperimentale, il sostentamento offerto dall’ammortizzatore sociale. Ma i vantaggi sono evidenti anche per le imprese che abbattono il costo del lavoro durante il biennio di sperimentazione e hanno a disposizione la concreta possibilità di ridurre l’organico in esubero senza impatto qualora i cassintegrati imprenditori dovessero decidere di intraprendere in via definitiva la nuova attività.

Nell’avvio della mia impresa è sempre possibile scegliere il regime fiscale da adottare?

Ottava e ultima tappa del viaggio di Luigi P. nel mondo delle partite IVA. Oggi Luigi ha un dubbio relativo ai regimi fiscali ordinari, semplificati o agevolati. Infoiva, grazie al contributo della dott.ssa Ippolita Pellegrini, gli chiarisce le idee.

Esistono dei regimi naturali previsti per alcune tipologie di imprese scelti in base alla tipologia di attività che si avvia e al volume d’affari che presumibilmente ci si può aspettare.

Il regime ordinario è il regime fiscale obbligatorio per tutte le società di capitali e per le imprese individuali che nell’anno precedente hanno superato, o prevedono di superare circa 310mila euro per attività di servizi e circa 517mila euro per le altre attività. Le imprese che adottano questo regime hanno una serie di adempimenti fiscali, quali il mantenimento dei registri dell’IVA, dei libri contabili, e devono sottostare agli studi di settore.

Il regime semplificato è così chiamato perché richiede un minor numero di adempimenti, interessa le imprese individuali e le società di persone quando i ricavi dell’anno precedente, o quelli presunti per l’anno di esercizio, non superano i limiti di cui sopra. Con tale regime è sufficiente avere solo i registri IVA oltre a quelli dei dipendenti, se esistenti, integrati con le informazioni estranee all’IVA, necessarie per il calcolo del risultato d’esercizio.

Oltre ai regimi di cui sopra, nel sistema attuale esistono regimi fiscali agevolati rappresentati dal regime dei contribuenti minimi (art.1 comma 97 della L.244/2007) e dal regime delle nuove iniziative imprenditoriali e di lavoro autonomo (art. 13 della L. 388/2000).

E’ chiaro che per la scelta del regime fiscale da adottare è necessario fare riferimento al proprio commercialista.

 

Dott.ssa Ippolita PELLEGRINI | i.pellegrini[at]infoiva.it | (+39) 346.5278117 | Bisceglie
Laureata in Economia e Commercio presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Bari nel 1995, la Dott.ssa Pellegrini è esperta in gestione aziendale e da 12 anni è Responsabile Contabilità e Bilancio di un gruppo di società di capitali, titolari di numerosi marchi, dedite alla produzione e alla commercializzazione di abbigliamento in Italia e all’estero. Iscritta all’Albo dei Dottori Commercialisti di Trani dal 2006, segue l’approfondimento della materia fiscale e tributaria e studia la fattibilità e la convenienza di operazioni aziendali particolari.

Leggi gli articoli già pubblicati dal Professionista.