Marchionne ha vinto, viva Marchionne! Ma è sbagliato ignorare il consenso per Fiom

Solo la vicenda di Mirafiori ha conteso il primato delle prime pagine dei giornali all’ennesima puntata dello scontro fra Silvio Berlusconi e la Procura milanese per via del famoso bunga-bunga nella villa di Arcore con la minorenne Ruby e allegra compagnia. In effetti il referendum torinese è, da un certo punto di vista, più importante ed è destinato, nel lungo periodo, a incidere sulla vita del Paese più di quella cronaca francamente squallida.

Ai lavoratori dello storico stabilimento, il più grande d’Italia e fra i principali in Europa, è stato chiesto se approvavano o meno l’accordo firmato da azienda e tutti i sindacati, tranne la Fiom-Cgil, che prevede maggiore flessibilità in fabbrica, la possibilità di richiedere un numero più alto di ore di straordinario, una serie di misure contro l’assenteismo, eccetera. Insomma, un’intesa con l’obiettivo di aumentare la produttività, di rendere le catene di montaggio italiane paragonabili non a quelle cinesi o dei Paesi in via di sviluppo, ma a quelle della Germania oppure a quelle della Polonia dove, la  stessa Fiat produce, con l’identico numero di dipendenti, il doppio delle auto che riesce a sfornare a Torino.

Come si sa, l’amministratore delegato della Fiat, il grintoso Sergio Marchionne, condizionava a quel sì un piano di investimenti che (nelle sue promesse) avrebbe consentito di mantenere in vita l’impianto. Marchionne e l’azienda l’hanno avuta vinta, ma di stretta misura. Il referendum è passato, ma le previsioni di una marcia trionfale dei sì sono state smentite. Il 54 per cento dei dipendenti di Mirafiori si è espresso favorevolmente, il 46 ha votato contro. Determinanti per il successo sono stati gli impiegati dello stabilimento, i colletti bianchi, che in massa (o quasi) si sono espressi per il sì. Senza di loro, il referendum sarebbe passato per un soffio (7 voti): praticamente un pareggio. Questo vuol dire che dopo il 14 gennaio, la Fiat può impostare una nuova fase nei rapporti industriali con vantaggio per tutto il sistema Paese. Ma la Fiom-Cgil è tuttora protagonista nelle fabbriche e riceve consensi: può piacere o no, ma sarebbe un errore ignorarlo.

L’altra considerazione da fare riguarda i piani di sviluppo della Fiat. Ha voluto il referendum, lo ha vinto. Ora deve progettare, produrre, mettere in vendita modelli di auto di successo. Da questo punto di vista la situazione non è incoraggiante. Gli ultimi dati ufficiali (quelli di novembre) sono un campanello d’allarme: la quota della Fiat sul mercato europeo è scesa sotto il 7 per cento. Marchionne, quando ha varato l’operazione Chrysler, ha detto che, per essere competitivo, un produttore di auto deve poter contare almeno su 5 milioni di modelli venduti ogni anno. Se continua a perdere terreno come sta facendo, l’obiettivo per il gruppo italo-americano non fa che allontanarsi.

Redazione

Share
Published by
Redazione

Recent Posts

CPB 2025-2026, disponibile il software per aderire

Disponibile il software per l'adesione al concordato preventivo biennale. Tutte le novità 2025-2026 per i…

3 giorni ago

Bonus Assunzioni 2025: Guida Completa alle Agevolazioni per le Imprese

Bonus Assunzioni 2025 per permettere alle imprese di trovare la giusta soluzione per assumere personale…

4 giorni ago

Decreto bollette convertito, le nuove misure per le famiglie

Il decreto bollette è stato convertito in legge, ecco tutte le novità rilevanti per i…

4 giorni ago

E’ online la dichiarazione dei redditi 2025, la precompilata è già disponibile

E' online la dichiarazione dei redditi precompilata 2025. I contribuenti possono accedere e verificare la…

5 giorni ago

Artigiani e commercianti: riduzione contributiva ai nuovi iscritti

Artigiani e commercianti arriva la riduzione contributiva per chi avvia un'attività autonoma. Ecco tutti i…

6 giorni ago

Concordato preventivo biennale, adesione e revoca. Istruzioni

L'Agenzia delle Entrate fornisce le istruzioni operative per la revoca e l'adesione al concordato preventivo…

6 giorni ago