In primo luogo l’atmosfera familiare. Senza dubbio, alloggiare in un appartamento permette di sentirsi a casa, di godere di un ambiente confortevole che permette maggiore libertà e privacy rispetto all’albergo. Un fattore rilevante, questo, se si pensa allo stress a cui sono sottoposti manager, consulenti o dipendenti, costretti a spostarsi frequentemente da una città, stato, o addirittura continente, all’altro. In un appartamento è possibile ricevere ospiti, cucinare, rilassarsi su un divano davanti alla TV o ascoltare musica senza che i vicini di camera si lamentino del rumore. Praticità e funzionalità dunque, ma anche un ampio ventaglio di scelte. Optare per il temporary housing significa infatti poter scegliere quale stile fa per noi: moderno e tecnologico, retrò, lussuoso, minimalista… Una bella differenza, questa, rispetto a ciò che possono offrire camere d’albergo, per quanto elegantemente arredate, ma inesorabilmente uguali l’una all’altra.
Non va sottovalutata, poi, la possibilità di decidere anche in quale zona della nuova città di destinazione risiedere: il centro storico, un quartiere vivace, con negozi e locali o uno residenziale, più tranquillo, o ancora, una zona che permetta di raggiungere facilmente l’ufficio, la stazione ferroviaria o l’aeroporto. A seconda delle singole esigenze, è possibile scegliere gli ingredienti giusti per rendere il proprio trasferimento una situazione che combini comodità, praticità e gusto personale. Anche senza sottovalutare il contenimento dei costi. Infatti, il temporary housing consente un netto risparmio rispetto all’alloggio in albergo. A titolo di esempio, la società Halldis, specializzata nella gestione di appartamenti per affitti brevi, può offrire l’affitto di bilocali in centro a Milano a 1300/2000 euro al mese. Un costo decisamente inferiore rispetto ai 2000/3000 euro che si spenderebbero optando per una sistemazione in un albergo sito nella stessa zona.
Per le società come Halldis, inoltre, i costi non sono a persona ma ad appartamento. Questo significa che, qualora si decida di condividere l’appartamento con un collega, i costi si dimezzano. Per di più, si può beneficiare degli stessi servizi offerti dall’albergo, come il cambio biancheria, le pulizie, la manutenzione o la tintoria a domicilio. Non si è mai abbandonati a se stessi, insomma, e c’è sempre un referente qualificato e veloce, pronto a intervenire per risolvere qualsiasi difficoltà tecnica, dalla sostituzione della lampadina al supporto per l’utilizzo degli elettrodomestici.
Se poi la durata della trasferta di lavoro viene definita in itinere – consulenti e manager sanno quanto difficile sia stabilire a priori il tempo necessario per portare a termine un progetto –, il temporary housing rappresenta una soluzione che si adatta facilmente alle diverse esigenze. Grazie ai contratti flessibili si può prolungare il proprio soggiorno qualora ne subentri la necessità, oppure disdire il contratto in tempi brevi. La cauzione da pagare all’inizio del soggiorno, inoltre, è minima.
Una società come Halldis, che gestisce appartamenti in differenti città, in Italia e in Europa, dà la possibilità alle aziende clienti di contare su un unico interlocutore, anche quando cambiano esigenze e richieste: magari non più un mese ma tre, non più Milano ma Parigi, non più un bilocale ma un quadrilocale, ecc. La garanzia di avere sempre a disposizione un ventaglio di opportunità che rispondono ai bisogni più disparati, costituisce per le aziende un forte vantaggio pratico, oltre che economico.
Lo Speciale “Temporary office e housing” è realizzato in collaborazione con Halldis, primo operatore nell’affitto di appartamenti e uffici chiavi in mano in Italia ed Europa, che a Milano gestisce il business center Blend Tower, con più di 100 temporary office.
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