All’ordine del giorno oltre all’asupicata proroga c’erano anche l’impiego di strumenti di semplice accessibilità e la rimodulazione del debito residuo dopo che nei giorni scorsi non si è riusciti a trovare un accordo comune sull”impiego dei derivati, cioè quei strumenti atti a mettere al riparo i soggetti dal rischio di tasso proposti dalle banche, e sull’intervento del Fondo di garanzia.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’Associazione Bancaria Italiana e le altre rappresentanze d’impresa avevano già accordato precedentemente una proroga portando la moratoria a concludersi “al fine di fornire alle imprese le flessibilità necessaria per agire in modo da agganciare la ripresa”. La speranza delle imprese è che un ulteriore slittamento sia fattibile.
Mirko Zago