Mussari ha spiegato come l’accordo preveda anche la possibilità di prorogare anche i mutui già oggetto di moratoria per un periodo di due o tre anni qualora l’impresa contraente stia “bene di salute”. che l’accordo prevede inoltre la possibilità, per i mutui già oggetto di moratoria accesi da imprese sane, di avere un’ulteriore proroga di due o tre anni (due per i finanziamenti chirografari e tre per gli ipotecari). Ad oggi, sono circa 190mila le piccole e medie imprese che hanno chiesto la moratoria dei propri mutui, per un controvalore di finanziamenti pari a 56 miliardi di euro.
Per la Marcegaglia altro punto importante è la copertura del rischio di tasso, con la possibilità di convertire il tasso di interesse da fisso a variabile o viceversa e di fissare un tetto all’incrementi degli oneri sul debito, oltre che finanziamenti per le imprese che si prodigheranno per rafforzare il loro stato patrimoniale. Per avere accesso alla moratoria, come già ricordato, occorre che l’impresa non abbia debiti e che gli interessi siano stati pagati con regolarità.
Anche Loretta Ghelfi, segretaria della CNA di Bologna, raccogliendo la voce dei suoi colleghi ha espresso un ampio consenso verso l’accordo: “La misura maggiormente apprezzata e’ stata, a parte la moratoria di 6 mesi finalizzata al rimborso dei prestiti, quella che assicura la proroga della data di estinzione dei debiti residui fino a ulteriori tre anni, ma per di più, prosegue Ghelfi “se le aziende aumentano il capitale, anche le banche possono aumentare i finanziamenti. Senza il peso dei debiti le aziende riprendono fiato e possono pensare di reinvestire“.
Buono anche il giudizio dei sindacati: “La notizia relativa alla proroga dell’accordo sulle moratorie sui debiti delle Pmi, riteniamo sia estremamente importante anche per le conseguenze sull’occupazione” – ha commentato Annamaria Furlan, segretario confederale della Cisl, aggiungendo però che “anche il sistema finanziario deve rivedere il suo funzionamento, un modello di finanza deregolamentata che ha generato la crisi, favorito una finanza speculatrice e predatoria che ha prevalso sull’economia reale“.
Mirko Zago
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