Il rendiconto finanziario: l’analisi di bilancio per flussi finanziari

I costi e i ricavi che danno vita al risultato economico d’esercizio dell’impresa sono iscritti in base al criterio della competenza economica e non della cassa.
Il risultato economico non è dato dalla differenza tra le entrate e le uscite finanziarie ma dalla differenza tra i ricavi e i costi generati dall’esercizio dell’attività dell’impresa.

Per capire bene questo concetto facciamo l’esempio di un’impresa che acquista nel corso dell’anno 2010 un capannone del costo di 1.000.000 di euro, per l’esercizio della propria attività.
Nel conto economico relativo all’esercizio 2010, l’impresa registra il costo di competenza, relativo al capannone acquistato, rappresentato dalla quota annuale di ammortamento supponiamo pari a 30.000 euro.

Il capannone è un bene strumentale all’attività d’impresa e partecipa alla formazione del risultato economico dell’impresa per più anni; per questo motivo, non è possibile iscrivere nel conto economico relativo all’esercizio 2010 tutto il valore di acquisto di 1.000.000 di euro, anche se il bene strumentale è stato completamente pagato nello stesso anno.
Se per ipotesi l’impresa registra ricavi per 200.000 euro e come costi ha solamente la quota di ammortamento per l’utilizzo del capannone, il conto economico relativo all’esercizio 2010 sarà positivo per 170.000 euro.

Tale valore, però, non corrisponde alla differenza tra le entrate e le uscite finanziarie avvenute nel corso dell’esercizio 2010.
Per poter avere una corretta visione dell’andamento delle entrate e delle uscite finanziarie è necessario ricorrere allo strumento del rendiconto finanziario.

Continuando con l’esempio, supponiamo che i ricavi siano stati completamente incassati nel corso del 2010 e che l’impresa abbia dovuto pagare alla banca 100.000 euro come rimborso annuale del prestito contratto per l’acquisto del capannone; allora il flusso di cassa relativo all’anno 2010 sarà pari a 100.000 euro, dato dalla differenza tra le entrate finanziare di 200.000 euro e l’uscita finanziaria di 100.000 euro per la quota di rimborso del prestito.
Il rendiconto finanziario, diventato obbligatorio per le società quotate in borsa, è ancora poco diffuso tra le imprese di piccole dimensioni. Si tratta di uno strumento essenziale per capire quali sono le attività che generano liquidità e quali che assorbono liquidità.

Per gli istituti di credito che devono concedere dei finanziamenti alle imprese, lo strumento del rendiconto finanziario è fondamentale per determinare la capacità dell’impresa di onorare il prestito.

Dott. Giovanni DE LORENZI | g.delorenzi[at]infoiva.it | www.gdlstudio.it | Padova

Padovano, classe ’73, laurea in Discipline Economiche e Sociali e master in Economics presso l’Università Bocconi di Milano. Prima dell’esame di abilitazione all’esercizio della professione di Dottore Commercialista ha lavorato come analista dei processi informativi bancari. Attualmente collabora con la società Advance Group Srl per la consulenza nel campo della finanza agevolata e con la società AD Soluzioni Avanzate Srl per la consulenza nel campo dell’informatizzazione dei processi aziendali.
E’ iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Padova, all’Albo dei Consulenti Tecnici d’Ufficio del Tribunale di Padova e al Registro dei Revisori dei Conti.
Dal 2007 è titolare di gdl Studio, che fornisce attività di consulenza in campo fiscale, dei processi informativi e dell’organizzazione aziendale e della finanza agevolata.

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