Bortolussi commenta così la scelta della BCE: “La decisione della BCE di aumentare i tassi di interesse determinerà un incremento del costo del denaro a livello locale sicuramente superiore allo 0,25%. Pertanto, possiamo dire con certezza che il costo aggiuntivo di 2,4 mld di euro è sottostimato. Infine non è nemmeno da escludere che questa operazione penalizzerà in maniera più pesante le piccole imprese delle grandi. Infatti, per un piccolo imprenditore il potere contrattuale nei confronti del sistema bancario è spesso molto modesto. Cosa diversa è quando al tavolo della trattativa con un istituto bancario si siede una grande impresa: questa può contare su un peso politico molto diverso da quello esercitabile, ad esempio, da un artigiano o da un piccolo commerciante“.
A pagare il conto più salato saranno gli imprenditori della Lombardia e del Nordest. Nrl primo caso ciascuna impresa subirà un aumento dei costi pari a 809 euro l’anno. Per i secondi, gli incrementi di spesa saranno altrettanto importanti. Per le aziende del Trentino l’incremento medio annuo dei costi per impresa sarà di 715 euro; per l’Emilia Romagna l’aumento di spesa sarà di 620 €; le imprese venete infine, pagheranno 570 euro in più all’anno.
La notizia è stata diffusa dalla CGIA di Mestre.
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