Prezzi del mercato immobiliare turistico in calo, resta forte il lusso

Mercato immobiliare turistico in calo, resta forte il lusso

Mercato immobiliare turistico in calo, resta forte il lussoStando ai dati riportati da Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionali) relativi all’offerta ricettiva di case vacanza in Italia, i prezzi stanno calando dopo un incremento abbastanza elevato registrato nel 2007. I fattori principali che hanno condotto a questa situazione sono le difficoltà creditizie (il 40% degli italiani che facevano ricorso a mutui per l’acquisto della seconda casa si dichiarano penalizzati) che hanno apportato un calo del 25% nel segmento turistico.

Il mercato delle seconde case dedicate alle vacanze continua comunque a resistere alla stretta, con un +10% di immobili messi in vendita nonostante prezzi in leggero calo e stesso si può dire per le transazioni (-14%). Sono sei le località maggiormente apprezzate per acquistare immobili dedicati alla vacanza: Courmayeur e Madonna di Campiglio e le località balneari di S. Margherita Ligure, Forte dei Marmi, Capri e Porto Cervo (record di quotazione spetta a Madonna di Campiglio con prezzi da 10 a 14 mila euro al metro quadro per immobili nuovi o di pregio).

Solitamente le seconde case rappresentano un tentativo di investimento, sostenuto soprattutto da famiglie con bambini. La casa più ricercata presenta una superficie inferiore ai 60 metri quadri (per la metà dei casi). Il calo atteso si attesta  al – 2,50% e -3,25% rispettivamente per abitazioni di pregio e centrali.

Patrizia Diemoz, Vice Presidente nazionale Fiaip, con delega al Turismo afferma: “Il ruolo del turismo è fondamentale per il nostro Paese anche se permane fortemente il carattere stagionale: i mesi da giugno a settembre raccolgono la maggior parte delle presenze ma anche i mesi di maggio e ottobre sono quelli preferiti dai turisti stranieri, al contrario nelle località di montagna i mesi più utilizzati sono da dicembre a marzo. La stagionalità è un problema del nostro turismo proprio perché le strutture spesso restano chiuse nel restante periodo e non vengono sfruttate completamente“.

Mirko Zago