Decreto sviluppo: un tetto alla rata del mutuo per le famiglie in difficoltà e riforme edilizie

Il nuovo Decreto Sviluppo (manovra da 10-12 miliardi di euro), in fase di approvazione oltre a prevedere un piano casa rafforzato, maggiore possibilità di trattativa privata sugli appalti pubblici e accelerazione delle grandi opere, credito d’imposta per le assunzioni al Sud ma anche cancellazione della sanzione amministrativa del 30% sui versamenti omessi, ritardati o incompleti dovuti al fisco in seguito agli accertamenti.

La misura che più si attende è relativa al mondo dei mutui. Il decreto prevede che le famiglie con un Isee (indicatore del reddito fornito dall’Inps) non superiore a 30 mila euro che richiedono un mutuo di valore non superiore ai 150 mila euro possano chiedere l’introduzione di un “cap”, ovvero di un tetto massimo al tasso variabile del mutuo.  Per garantire maggiori sicurezze verrebbe introdotto anche un tetto massimo per quanto riguarda il tasso di interesse applicabile per prestare denaro più restrittivo di quanto è oggi (4%).

Confermati il credito d’imposta del 90% e la deducibilità dei costi per le aziende che commissionano la ricerca alle Università, con il decreto dovrebbe arrivare anche il credito d’imposta per le assunzioni a tempo determinato nelle regioni svantaggiate del Mezzogiorno. Al via anche il nuovo regime per i distretti turistico balneari, con agevolazioni fiscali per l’aggregazione delle attività esistenti o di nuova realizzazione.

Novità anche sul fronte delle costruzioni: il permesso di costruire passa sotto il regime della Scia, la segnalazione di inizio attività. Per le ristrutturazioni sarebbe previsto il principio del silenzio-assenso, mentre per ottenere le detrazioni del 36 e del 55% sui lavori di ristrutturazione anche ecologici, non servirà più la segnalazione all’Agenzia delle Entrate, ma l’annotazione sulla dichiarazione dei redditi. Ulteriori novità riguarderebbero poi alcune limitazioni alle compensazioni degli enti locali sulle costruzioni così come l’elevamento a 1 milione di euro la soglia per la trattativa privata in merito agli appalti pubblici.

Mirko Zago

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