Germania, Francia, Paesi Bassi e Austria hanno registrato tassi di espansione più deboli, mentre diventano più prominenti le flessioni in Grecia e Spagna. L’Italia ha fatto registrare un tasso leggermente maggiore ma non per questo positivo. Il PMI manifatturiero scende in Germania a 52 da 54,6, segnando il minimo in ventuno mesi. In Francia il dato passa dai 52,5 di giugno agli attuali 50,5, toccando il minimo in due anni mesi. In risalita il dato in Italia, che passa da 49,8 a 50,1, mentre in Spagna, con il PMI a 45,6 dai 47,3 di giugno, si toccano i minimi da diciotto mesi. Sempre peggio la Grecia, il cui indicatore peggiora a 45,2 da 45,5 segnando il livello più basso in due mesi.
“L’indice finale PMI conferma che il settore manifatturiero del’Eurozona si dirige sempre più verso la stagnazione, un’enorme inversione di tendenza dopo la crescita osservata ad inizio anno. La produzione manifatturiera è a malapena aumentata a luglio a causa del secondo declino consecutivo su base mensile dei nuovi ordini ricevuti. L’entità del declino dei nuovi ordini ricevuti è preoccupante, con contrazioni registrate non solo nella zona periferica ma anche in quelle nazioni centrali che stanno rapidamente cambiando direzione come la Francia e la Germania. Notizie positive sul fronte occupazionale, che tiene bene nonostante la scarsa crescita della produzione, e dei prezzi, dove l’inflazione ha continuato a ridursi dando ai manifatturieri una boccata di ossigeno” – ha dichiarato Rob Dobson, Markit Senior Economist.
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